Sul versante moravo dei Carpazi Bianchi, la catena montuosa estesa fra Repubblica Ceca e Slovacchia, c’erano delle donne conosciute come le dee di Žítková*.
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Ho visitato Lubecca nel luglio 2019 a distanza di pochi mesi dalla lettura de I Buddenbrook. Da allora è passato del tempo e i ponti sono crollati travolti da una piena. Forse non è un buon momento per parlare di luoghi, ma raccontare questo viaggio letterario mi ha regalato spensieratezza1 e una maggiore conoscenza della città. L’ho studiata, assorbita, fatta mia.

L’elegante facciata bianca incastrata tra due edifici di mattoni rossi impone la sua presenza in modo discreto e aggraziato, su una strada in pendenza che si allunga fino al fiume Trave.

Berlino, 1936. La città si prepara ad accogliere le Olimpiadi e l’investigatore privato Bernard “Bernie” Gunther, veterano di guerra ed ex piedipiatti, ha un nuovo caso per le mani: scoprire chi ha ucciso i coniugi Pfarr e recuperare i gioielli rubati dalla loro cassaforte.

Il 2019 è stato un anno di nuovi equilibri e dubbi assillanti, pochi libri letti e diversi viaggi in treno. Ho accolto cambiamenti, modificato abitudini, ripetuto gesti, ritagliato spazi, ragionato sulla mia identità, vissuto alla giornata. Ecco, mese per mese, gli avvenimenti principali:

A Palmira, sotto l’arco trionfale della regina Zenobia1, una fanciulla tiene sospesa una ghirlanda sul capo di lady Ester Stanhope (1776-1839). È il 1813 e la profezia di Richard Brothers, “tu sarai incoronata regina del Levante“, sembra essersi avverata.