Un romanzo ambientato ad Antigua, quando l'isola era ancora una colonia britannica. Con questa autrice inizio a esplorare la letteratura caraibica.

Di questo romanzo della scrittrice caraibico-americana Jamaica Kincaid1, pubblicato nel 1985, mi è rimasta impressa la luce. L’ambiente in cui si muovono i personaggi accende i sensi e risveglia la nostalgia di un paradiso perduto, un tempo andato, un luogo dell’anima.

Ed è proprio la parola paradiso che Annie, protagonista e voce narrante, utilizza per descrivere la sua infanzia, un periodo felice caratterizzato dalle attenzioni e dall’affetto materni, che lei ricambia con un amore assoluto. A dodici anni, però, con l’arrivo della prima mestruazione, il loro rapporto idilliaco si incrina e l’adorata madre, con la quale condivide anche il nome, si trasforma ai suoi occhi in un essere distante e irriconoscibile. Inizia così una dolorosa separazione, che ha il sapore di un lutto.

Dalla Annie “signorina” ci si aspetta che impari le buone maniere e si prepari al “tanto decantato futuro” che attende le giovani donne. Lei invece ruba, racconta bugie e nasconde segreti. E a scuola, pur essendo brava e carismatica, ha una cattiva reputazione. Si lega ad altre ragazze della sua età con le quali scopre la sessualità, e nel frattempo sviluppa “un ditale pesante quanto il mondo”: è l’infelicità, che sta da qualche parte nel corpo e prende “la forma di una pallina nera tutta coperta di ragnatele”.

Nella ribellione di Annie non c’è solo l’opposizione ai valori incarnati dalla madre, perfetto angelo del focolare, ma anche la ribellione istintiva al colonialismo e al suo rigido sistema scolastico, dove l’educazione è affidata a severi insegnanti inglesi d’altri tempi.

La mia copia di Annie John pubblicata da Adelphi nel 2017 (traduzione di Silvia Pareschi).
La mia copia di Annie John (Adelphi, 2017).
Annie John fu pubblicato in Italia dalla casa editrice De Agostini nel 1987 con il titolo Anna delle Antille.

Annie cresce quindi in una società plasmata dalla scuola e dalla religione, dove alcune fasce della popolazione patiscono le conseguenze del colonialismo2. Sono molte le famiglie disgregate e i bambini lasciati alle cure dei nonni da genitori in cerca di fortuna altrove3.

Annie John è un romanzo di formazione molto autobiografico, che esplora i rapporti familiari, e in particolare la relazione tra madre e figlia, il colonialismo, il genere, la sessualità e l’arte di narrare. La storia è tutta raccontata dal punto di vista di Annie, meravigliosa e ambigua affabulatrice, nella cui esperienza adolescenziale di estraneamento (sia dalla famiglia sia da un corpo che cambia velocemente e in cui fatica a riconoscersi) è facile ritrovarsi un po’.

Pur avendo provato empatia per la protagonista e sentito dentro di me, vivissima, la sua infelicità, che mi ha letteralmente spezzato il cuore, non ho potuto non empatizzare anche con Annie madre, arrivando perfino a giudicare ingiusta la figlia, e risolvendo (dalla mia tranquilla e ingenua postazione di madre che non deve ancora preoccuparsi delle turbe adolescenziali di Piccola Poppins) che le persone si separano quando manca il dialogo, quando le emozioni negative restano mute e diventano pietre nello stomaco. Eccomi lì, pronta a stendere ad Annie madre la ricetta perfetta per ricucire il rapporto con una figlia sempre più lontana.

Ci sarebbero molti altri pensieri da articolare su questo romanzo, ma taccio. Scopri tu il resto, se non l’hai ancora letto (e se l’hai letto fammi sapere nei commenti cosa ne pensi). Intanto ti lascio una recensione di The Guardian che ho trovato interessante. Scriverò ancora di Jamaica Kincaid, o qui o sulla newsletter.

Il libro: Annie John, Jamaica Kincaid, Adelphi, 2017, traduzione di Silvia Pareschi, pagine 121, prezzo 14,00 €

  1. Pseudonimo di Elaine Potter Richardson, classe 1949.[]
  2. Antigua è un’isola delle Piccole Antille situata nell’America centrale caraibica. Insieme a Barbuda e Rodonda, appartiene allo stato di Antigua e Barbuda, che ha ottenuto l’indipendenza dalla corona britannica nel 1981[]
  3. La “Rossa”, nuova fiamma di Annie a un certo punto del romanzo, ne è un esempio. Così come il padre di Annie cresciuto con la nonna.[]

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