Le case di Jane Austen a Bath, il suo rapporto con la città e com'era davvero questa famosa località termale ai tempi della scrittrice.

Dopo il tè con Virginia Woolf e quello con le sorelle Brontë, non potevo non prenderne uno anche con Jane Austen1. L’occasione si è presentata inaspettatamente a marzo, quando ho saputo che durante il nostro soggiorno in Inghilterra ci saremmo fermati a Bath2 per rivedere un amico di lunga data.
Mi sono preparata all’imminente viaggio letterario rileggendo Northanger Abbey3 e tuffandomi nelle atmosfere di Persuasione4, due romanzi parzialmente ambientati nella famosa città sul fiume Avon5.

Vista dell'iconico Pulteney Bridge tra le cui arcate scorre impetuoso il fiume Avon.
Il Pulteney Bridge, tra le cui arcate scorre impetuoso il fiume Avon.

Dato che i luoghi di Bath legati a Jane Austen e ai suoi romanzi sono tanti, in questo articolo mi soffermerò sul rapporto della scrittrice con la città e sulle case dove ha abitato. Nel prossimo, invece, ti racconterò la giornata trascorsa in compagnia di Catherine Morland e Anne Elliot6.

Jane Austen a Bath

Nel 1801, all’età di 25 anni, Jane lasciò l’Hampshire insieme ai genitori e alla sorella Cassandra e si trasferì nella rinomata città termale del Somerset fondata dai Romani nel I secolo d.C. Suo padre, il reverendo George Austen, era andato in pensione nel 1800, affidando la parrocchia di Steventon al figlio James. Proprio a Bath, presso la chiesa di St. Swithin, molti anni prima, l’ex pastore anglicano aveva iniziato la carriera ecclesiastica. Nella stessa chiesa si era poi sposato con Cassandra Leigh (1764) e fu sepolto dopo la morte (1805).

Chiesa di St. Swithin, Bath. Nel cimitero adiacente c'è la lapide del reverendo Austen, oltre a quella della scrittrice Frances Burney. L'edificio si trova nel quartiere suburbano di Walcot, lungo l'arteria nota come The Paragon e sorge su una chiesa preesistente del X secolo. La foto mostra il cancello da cui si accede al cimitero adiacente la chiesa e un lato della chiesa.
Chiesa di St. Swithin, Bath. Nel cimitero adiacente c’è la lapide del reverendo Austen, oltre a quella della scrittrice Frances Burney. L’edificio si trova nel quartiere suburbano di Walcot, lungo l’arteria nota come The Paragon e sorge su una chiesa preesistente del X secolo.

In una lettera alla sorella Cassandra datata 1801, parzialmente riportata in traduzione da Giuseppe Ierolli nel libro In Inghilterra con Jane Austen tra abbazie, cottage e salotti7, la scrittrice descrive il suo impatto con Bath, dove era già stata almeno due volte: nel 1797, in visita con la madre e la sorella Cassandra allo zio James Leigh-Perrot, e nel 1799 insieme alla madre e al fratello Edward per sei settimane.

Il primo impatto con Bath col tempo buono non corrisponde alle mie aspettative; penso che la vedrò più distintamente attraverso la Pioggia. – Il Sole faceva da sfondo a tutto, e dalla cima di Kingsdown l’aspetto del luogo appariva tutto vapore, ombra, fumo e confusione.

A lungo si è creduto che la scrittrice detestasse Bath e preferisse la vita di campagna. Uno degli indizi più convincenti a favore di questa opinione condivisa da quasi tutti i suoi biografi era l’assenza di opere prodotte in quegli anni. Bath era modaiola, piena di stimoli, occasioni per socializzare e svaghi. E se Jane avesse avuto semplicemente meno tempo per dedicarsi alla scrittura?8 Senza contare le difficoltà e i problemi economici seguiti alla morte del padre.

La città deve essere stata invece fonte di grande ispirazione. Non è un caso, appunto, che faccia da sfondo a due dei suoi romanzi: Northanger Abbey9, scritto nel 1798-99 e probabilmente completato durante il secondo soggiorno a Bath nell’alloggio al civico 13 di Queen Square, e Persuasione, la cui stesura risale al 181510.

Il civico 13 di Queen Square dove Jane soggiornò nel 1799 insieme alla madre e al fratello Edward, venuto a Bath per curare dei problemi di salute.
Il civico 13 di Queen Square dove Jane soggiornò nel 1799 insieme alla madre e al fratello Edward, venuto a Bath per curare dei problemi di salute.

Bath ai tempi di Jane Austen

Attraversando le strade di Bath una domenica di fine marzo iniziata sotto una pioggia debole e incerta e terminata sotto i raggi carezzevoli di un glorioso sole primaverile, ho provato a immaginare l’espressione di Jane alla vista di una città che per lei sarebbe quasi irriconoscibile. Forse la osserverebbe in silenzio con l’aria smarrita, oppure l’iniziale senso di spaesamento lascerebbe presto spazio alla vivace curiosità di una mente agile e di un occhio attento.

Potrei spiegarle cosa abbiamo migliorato 11 nell’arco di due secoli: “Vedi Jane, le strade sono asfaltate e illuminate, e non c’è più tutto quel fumo che rendeva l’aria irrespirabile. 12 Certo, non posso dire che quella delle nostre città oggigiorno sia più salubre, ma almeno il fumo è scomparso, così come tutti quegli odori che i nostri raffinati nasi contemporanei mal sopporterebbero13; inoltre cavalli e carrozze sono stati sostituiti da mezzi di trasporto che ci fanno arrivare ovunque in poco tempo. Allora, che ne pensi?”

Come raccontarle, però, che nemmeno Bath sfuggì alle bombe della Luftwaffe durante la Seconda guerra mondiale? Il cosiddetto Bath Blitz dell’aprile 1942 causò ingenti danni a cose e persone. Si calcola che 19.000 edifici siano stati completamente distrutti e molti altri danneggiati. Negli anni successivi, dovendo restituire un volto alla città, le amministrazioni che si sono susseguite hanno demolito e ricostruito anche quello che avrebbero potuto restaurare e preservare14.

I monumenti storici più importanti sono ancora tutti al loro posto. Ripuliti dalla patina scura con cui Jane era solita vederli, hanno in parte ritrovato il delicato chiarore color miele tipico della cosiddetta “pietra di Bath”15. Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1987, Bath continua a essere un’importante meta turistica e termale.

Alla scrittrice è dedicato un festival annuale, inaugurato nel 2001, che si tiene a settembre con un calendario ricco di appuntamenti e l’immancabile Regency Costumed Promenade che apre la manifestazione: immagina una fiumana di persone vestite in abiti regency partire dall’Holburne Museum, attraversare il Pulteney Bridge e toccare altri monumenti significativi della città. Non amo stare nei luoghi affollati16, ma forse per Jane potrei fare un’eccezione e inserire questa esperienza nella mia bucket list.

Le case di Jane Austen a Bath

The Paragon

Vista della strada chiamata The Paragon a Bath.

Il primo posto dove Jane soggiornò a Bath nelle uniche due visite documentate prima del 1801 fu The Paragon. Al civico 1 ci abitavano gli zii Leigh-Perrot. Nel 1797 Jane, Cassandra e la madre si fermarono da loro per qualche settimana. Le case georgiane di The Paragon si affacciano su una strada di origine romana o medievale seguendone la forma. Furono progettate nella seconda metà del ‘700 da Thomas Warr Attwood. Parzialmente distrutte durante il Bath Blitz sono state poi ricostruite. Le case dal civico 1 al 21 hanno tre piani.

Sydney Place e Sidney Gardens

Immancabile fotografia alla porta bianca al civico 4 di Sydney Place.
La porta del civico 4 a Sydney Place. Questa casa al momento è un appartamento prenotabile su Airbnb.

Al civico 4 di Sydney Place gli Austen vissero dal 1801 al 1804. All’esterno c’è una targa commemorativa che recita: “Qui visse Jane Austen 1801-180517”. Sembra che la scrittrice vi abbia iniziato un romanzo mai completato, I Watsons. L’abitazione, parte di un complesso di case a schiera, risale agli anni 1792-1796.

Le case a schiera di Sydney Place.
Le case a schiera di Sydney Place.

Il primo piano era interamente occupato dal salotto, che sul lato anteriore si affacciava sui Sydney Gardens e sul lato posteriore dava sulla campagna. Nonostante l’affitto dell’abitazione fosse pubblicizzato come basso, stiracchiò non poco le finanze familiari.

L'ingresso ai Sydney Gardens. I giardini sono cambiati parecchio nel corso del tempo.
L’ingresso ai Sydney Gardens. I giardini sono cambiati parecchio nel corso del tempo. Un’altra area verde dove all’epoca si andava a passeggiare erano i Parade Gardens, lungo il fiume Avon, non lontano dall’abbazia.

I Sydney Gardens, che Jane amava frequentare, offrivano al pubblico diverse attrazioni: un labirinto che portava a una grotta, fuochi d’artificio, un castello finto, un canale, musica e colazioni pubbliche ogni mattina. All’epoca si era ammessi solo con un biglietto e l’ingresso stava presso l’odierno Holburne Museum.

L'Holburne Museum, un tempo accesso ai Sydney Gardens.
L’Holburne Museum da cui si accedeva ai Sydney Gardens. Ai tempi di Jane era un hotel. Ti ricorda qualcosa? È la residenza di Lady Danbury nella serie televisiva Bridgerton.

Green Park Building East

Lasciata la casa di Sydney Place gli Austen ne affittarono una a Green Park Building East, bombardata durante la Seconda guerra mondiale. Il complesso residenziale composto da 40 case sorse a ovest del centro storico, fuori dalle mura cittadine, su un terreno esposto alle inondazioni del fiume Avon. I lavori di costruzione iniziarono nel 1793 e finirono nel 1809. Non erano quindi ancora terminati quando la famiglia Austen si trasferì al civico 3. Lì, nel gennaio del 1805, George Austen morì. Rimaste sole, Jane, Cassandra e la madre se la cavarono grazie all’aiuto economico dei fratelli, ma dovettero comunque cercare un’altra sistemazione.

Gay Street

Per un breve periodo vissero al civico 25 di Gay Street, che oggi ospita uno studio dentistico. Le case a schiera di Gay Street furono costruite fra il 1735 e il 1760 dai due architetti più famosi del periodo: John Wood il vecchio e John Wood il giovane, rispettivamente padre e figlio.

Trim Street

A Trim Street, che offriva affitti bassi a fronte di una cattiva reputazione, si concluse l’esperienza delle Austen a Bath. Una parte della strada è stata notevolmente alterata e la casa dove alloggiarono le Austen è andata perduta. Lasciare Bath per Clifton, nell’Hampshire, diede il via a un nuovo inizio e il cambiamento fu vissuto dalla scrittrice con una “gioiosa sensazione di fuga18.

Un angolo di Trim Street. In primo piano l'arcata che conduce a Queen Street.
Un angolo di Trim Street. Se da questo punto di osservazione ci si gira a sinistra si vede la parte nuova (e brutta, direi), che ha modificato parecchio l’aspetto originario della strada. Il lato a destra invece sembra sia rimasto abbastanza intatto.

Il Jane Austen Centre

Il Jane Austen Centre si trova al civico 40 di Gay Street ed è il luogo dove approfondire la vita, l’opera e i legami familiari della scrittrice, il suo rapporto con Bath (qui puoi farti un’idea di tutti i luoghi dove ha abitato), le influenze letterarie, il contesto sociale in cui si muoveva e che raccontava nelle sue opere.

L'ingresso del Jane Austen Centre.
Davanti all’ingresso (la cui porta, al momento della foto, era stata temporaneamente chiusa) di solito c’è il noto Martin Salter, che abbigliato in stile regency come il resto dello staff, accoglie chi si appresta a visitare il museo.

È una tappa importante per tre motivi: l’edificio dà un’idea di come doveva essere all’interno la casa al civico 25 di Gay Street; la visita, parzialmente guidata da personale in abiti regency, è interattiva e adatta alle famiglie; la possibilità di provare l’afternoon tea nella sala da tè al secondo piano19.

Le due stanze al primo piano dove si attende l'inizio della visita guidata. In primo piano ci sono tre panche dove sedersi. Le pareti sono rosse e presentano dei pannelli decorativi gialli con motivi floreali e un caminetto murato.
Le due stanze al primo piano dove si attende l’inizio della visita guidata.

Comprato il biglietto al piano terra sono salita al primo piano, dove ho atteso l’inizio della visita guidata, che dura una ventina di minuti. Il resto del museo si gira in autonomia in poco più di un’oretta, ma le guide restano a disposizione per qualsiasi domanda. Si possono perfino indossare degli abiti e accessori in stile regency messi a disposizione del pubblico. Il biglietto costa 14.75 (ridotto in base all’età) ed è prenotabile online.

Bath, torno presto!

Dopo aver visto Bath in primavera, desidero ora tornarci in autunno inoltrato. Quanto deve essere bella (e piovosa) con le luci natalizie! Oltre a Jane Austen la città ha ospitato nel corso del tempo anche altri scrittori e scrittrici, quindi di spunti per nuovi tour letterari ce ne sono parecchi. E tu, hai visitato Bath? Hai già fatto o faresti un tour letterario ispirato a Jane Austen?

Credit: lettureinviaggio

  1. A dire il vero con lei più che bere tè ho passeggiato.[]
  2. Ero già stata a Bath una volta, ad aprile 2013, poco dopo il mio arrivo a Brighton. Di quella gita organizzata di un giorno, che toccò anche il sito archeologico di Stonehenge e la cattedrale di Salisbury, ricordo poco.[]
  3. Ho letto l’ebook della Bompiani tradotto da Anna Banti.[]
  4. Letto nell’edizione ebook di Garzanti tradotta da Anna Pozzi.[]
  5. Durante il viaggio ho inoltre sbocconcellato Literary Walks in Bath: Eleven Excursions in the Company of Eminent Authors di Andrew Swift e Kirsten Elliott, Akeman Press, 2012 e letto Le case di Jane Austen di Mara Barbuni, Flower-ed, 2017.[]
  6. Protagoniste, rispettivamente, di Northanger Abbey e Persuasione.[]
  7. Giulio Perrone Editore, 2022, p.35[]
  8. Ierolli affronta l’argomento in maniera chiara e sintetica. Ti rimando al suo libro In Inghilterra con Jane Austen tra abbazie, cottage e salotti edito da Giulio Perrone Editore[]
  9. Il cui titolo originale era Susan.[]
  10. Entrambi furono pubblicati postumi nel 1817 per i tipi di John Murray.[]
  11. Migliorato o peggiorato, dipende dal punto di vista.[]
  12. Il fumo dei comignoli rendeva l’aria insalubre e anneriva le facciate degli edifici.[]
  13. Oggigiorno troveremmo difficilmente sopportabili odori allora normali in città e altrove: quelli provenienti dai cavalli, principale mezzo di trasporto, dai macelli, dalle concerie, dai birrifici, dalla produzione di sego e dalla bollitura del sapone.[]
  14. Per approfondire questo argomento guarda la puntata di Saving Britain’s Past dedicata a Bath.[]
  15. È una pietra calcarea locale impiegata nella costruzione di gran parte degli edifici della città. Il suo uso è diffuso anche altrove in Inghilterra.[]
  16. Faccio eccezione, ogni tanto, per i concerti.[]
  17. La targa indica il 1805, il libro di Ierolli il 1804.[]
  18. Il virgolettato viene da una lettera a Cassandra datata 30 giugno 1808, di cui Ierolli riporta un estratto nel suo libro.[]
  19. Ti consiglio di prenotare un tavolo per l’afternoon tea. La sala è piccola e si riempie velocemente. Io ci sono capitata di domenica e non c’erano posti. La sala da tè è ovviamente indipendente dalla visita guidata. Cosa a cui non avevo pensato, altrimenti avrei potuto andarci in un altro momento.[]

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