François e Cécile sono due coniugi parigini, che da un giorno all’altro decidono di mollare tutto e cambiare vita. L’obiettivo? Comprare un riad a Marrakech e trasferirsi lì per un certo periodo di tempo, nonostante del Marocco sappiano poco o niente.

Tra i romanzi letti alla fine del 2021 c’è Il bell’ebreo di Ali Al-Muqri, che insieme ad almeno altri quattro libri attendeva da mesi un articolo su questo blog. Ambientato nello Yemen del Seicento, racconta la storia d’amore tra Salem, il figlio analfabeta di un artigiano ebreo, e Fatima, la figlia colta di un imam.

A Boros, un villaggio affacciato su un lago inquinato e senza nome, si vive principalmente di pesca. Mani, il protagonista, abita con i nonni materni, non sa chi sia il padre e ricorda solo vagamente la madre. Ha tre anni quando lo incontriamo per la prima volta ed è un giovane uomo quando infine, dopo un lungo peregrinare attraverso esperienze difficili e toccanti, torna al paese d’origine.

Fa sempre un po’ male amare profondamente qualcosa che spesso non viene compreso a causa di pregiudizi e cliché che condizionano lo sguardo. Diario persiano. Viaggio sentimentale in Iran di Anna Vanzan (1955-2020), iranista, islamista e traduttrice, che alla diffusione della cultura persiana in Italia ha dedicato la vita, è un tuffo nel cuore di un paese spesso percepito in modo negativo.

La storia delle esplorazioni sahariane è costellata di nomi maschili. Io, però, come sempre, voglio dare spazio alle donne, così oggi ti racconto di alcune viaggiatrici che hanno esplorato il Sahara tra ‘800 e ‘900. Fra quelle che in passato si sono spinte nel grande deserto ne ho selezionate cinque.

La scorsa primavera, spulciando la collana Scrittori del mondo della casa editrice Ilisso alla ricerca di letture a cui dedicare la Poppinsletter del solstizio d’estate, mi è capitato sotto gli occhi L’eredità, un romanzo della scrittrice palestinese Sahar Khalifa pubblicato nel 1997 con il titolo al-Mirath.