E se ti raccontassi Bruges attraverso le passeggiate serali e i luoghi preferiti di Hugues Viane, il protagonista di Bruges la morta? La nota città belga è stata la prima tappa del nostro viaggio di ritorno a casa in treno (Londra-Berlino). Come “guida” ho usato solo il romanzo di Georges Rodenbach pubblicato da Fazi editore nel 2016.
Abbiamo avuto un giorno per visitarla, ma siamo anche riusciti a fare una passeggiata notturna quello precedente dopo l’arrivo in città, lasciati i bagagli e riempito lo stomaco presso un piccolo festival di street food. Bruges è ideale per un weekend da soli o in coppia. I luoghi menzionati nel romanzo sono tra quelli più importanti da visitare. Questo itinerario letterario può essere fatto in un giorno, ma con una tabella di marcia intensa e saltando l’ingresso ad alcuni monumenti1.
La Bruges di Rodenbach è immobile, mistica, severa, malinconica. L’immobilità, in effetti, è ancora palpabile; tutto è rimasto più o meno com’era. Non mi ci è voluto molto per immaginarla ai tempi dello scrittore e rendermi conto che, nonostante l’apparente vivacità derivante soprattutto dall’inarrestabile flusso di turisti, conservi ancora un’atmosfera malinconica, un’aria severa e il ricordo di una viva religiosità.
La città, anch’essa bella e amata un tempo, incarnava così i suoi rimpianti. Bruges era la sua morta, e la sua morta era Bruges. Tutto era unito da un identico destino: era Bruges-la-Morta, anch’essa sepolta nella tomba dei suoi quais di pietra, con le arterie gelate dei suoi canali, da quando aveva smesso di battervi il grande respiro del mare.
Bruges la morta
Il libro
Georges Rodenbach (1855-1898), scrittore belga, ha immortalato Bruges in un breve romanzo simbolista pubblicato a puntate su “Le Figaro” nel 1892, Bruges la morta, il cui protagonista è il vedovo Hugues Viane, che trascorre il tempo venerando gli oggetti appartenuti all’amata moglie Ofelia; tra questi una treccia custodita all’interno di una teca di vetro.
La sua vita cambia quando incontra Jane, straordinariamente somigliante a Ofelia. Il concubinaggio della coppia scandalizza la cattolica Bruges, scatenando i pettegolezzi della gente. Perfino Barbe, la domestica di Hugues, su consiglio del confessore, lascia la casa dove ha lavorato per anni. L’epilogo è tragico e prevedibile, sta dietro l’angolo. Il lettore sa che è solo questione di tempo e l’attesa lo tiene incollato alle pagine in un crescendo di apprensione e curiosità.
La morbosità di Hugues per le due donne è soffocante e cieca. Un velo di tristezza avvolge l’intero romanzo come un pesante sudario funebre. La città fiamminga non fa da sfondo alla vicenda, ma vive e respira; è un personaggio al pari degli altri.
I luoghi del libro: le passeggiate solitarie
Iniziamo il tour seguendo Hugues nelle sue passeggiate serali lungo i canali di Bruges; entriamo in alcune chiese della città, ascoltiamo il rintocco delle campane, attraversiamo i ponti della “Venezia del nord”, osserviamo la severità delle pietre.
Quai du Rosaire (Rozenhoedkaai)
Senza occupazione, solitario, trascorreva l’intera giornata nella sua stanza, un’ampia camera al primo piano con le finestre affacciate sul quai du Rosaire, lungo cui tutta la casa si stendeva, specchiata nell’acqua.
Bruges la morta
Il protagonista ha una casa sul quai du Rosaire, uno dei posti più fotografati di Bruges, ideale per fare una pausa. Sembra che nel Medioevo vi attraccassero imbarcazioni cariche di sale.
→ Consiglio: visita il Rozenhoedkaai sia di giorno sia di sera. Noterai un’atmosfera diversa. Questo, secondo me, vale anche per altre zone della città. Una passeggiata notturna lungo i canali è d’obbligo.
Quai Vert (Groenerei) e Quai Vert (Groenerei)
Una sera Hugues esce dalla sua abitazione sul Rozenhoedkaai, come fa tutti i giorni prima di cena. Arriva fino al quartiere anseatico per poi tornare indietro ed entrare nella chiesa di Notre Dame:
Percorse il quai Vert e il quai du Miroir, proseguì fino al Pont du Moulin, verso le desolate periferie fiancheggiate da pioppi. E dappertutto, sopra il suo capo, il gocciolio freddo e le piccole note salmastre delle campane di parrocchia, come lanciate da un incensiere per un’assoluzione.
Bruges la morta
Il Groenerei è un canale che passa affianco ad alcuni noti edifici della città e attraversa diversi ponti. Il verde che lo circonda contribuisce a renderlo pittoresco e scenografico. Lo Spiegelrei costeggia il canale e inizia dalla piazza dedicata al pittore fiammingo Jan Van Eyck (1390-1441), Eyckplein. Si estende fino al ponte di Carmeerstraat.
Bruges è stata un’importante città portuale nel Medioevo. Era bagnata dal mare che con il tempo si è ritirato. Le navi cariche di mercanzia risalivano i canali per scaricarla in città. Vi si stabilivano mercanti da tutta Europa. Lo Spiegelrei, per esempio, si trova nel quartiere anseatico, dove abitavano quelli provenienti dalla Spagna e dall’Europa orientale, tedeschi inclusi.
I primi si stabilirono presso lo Spaanse Loskaai, i secondi aprirono negozi nella Oosterlingenplein. È un area da visitare, perché ancora oggi preserva un po’ dell’atmosfera di quei tempi. Ne fa parte anche la Eyckplein, una volta porto di Bruges. Non ha perso il suo fascino: ancora oggi vi si affacciano edifici storici, tra cui il Poortersloge (costruito tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo), il Florentijnse loge (costruito nel XIII secolo) e il Tolhuis (ricostruito nel 1477).
Pont du Moulin (Molenbrug)
Il Molenbrug deve il nome a un antico mulino ad acqua, che da secoli non si trova più lì. A poca distanza si ergeva una delle porte di accesso alla città (Molenpoort, collocata alla fine di Hoogstraat), che collegava Bruges a Aardenburg e forse a Anversa. Quest’area è protetta e un pannello informativo sul ponte ne spiega la storia.
Chiesa di Nostra Signora (Onze-Lieve-Vrouwekerk)
Questa chiesa, con la sua torre di 115 metri, è stata costruita tra il XIII e il XV secolo. Ospita opere importanti, come la Madonna con Bambino di Michelangelo, le tombe del duca Carlo il Temerario e della figlia Maria di Borgogna e la Madonna dei Sette Dolori di Adriaen Isenbrant. Per vederle è necessario pagare un biglietto di 6 Euro. È aperta dalle 9:30 alle 17:00; la domenica apre alle 13:30. Al momento sono in corso lavori di restauro, quindi parte della chiesa non è visibile.
→ Consiglio: Onze-Lieve-Vrouwekerk è vicina al ponte di San Bonifacio (Bonifaciusbrug), uno dei più noti e fotografati. Da non perdere.
Quella sera, passando, entrò nella chiesa di Notre Dame dove amava spesso fermarsi per via del suo carattere funebre: ovunque, sulle pareti e in terra, lastre sepolcrali coi teschi, i nomi scheggiati, le iscrizioni corrose, simili a labbra di pietra…
Bruges la morta
I luoghi del libro: l’inseguimento
Un giorno, a distanza di una settimana dal loro primo incontro, Hugues vede nuovamente Jane per strada e inizia a seguirla. I due si dirigono verso la zona più commerciale e vivace della città:
Hugues continuava ad avanzare, magnetizzato e come in un sogno, a fianco della sconosciuta o dietro di lei; senza nemmeno accorgersi che adesso, lasciati i quais solitari, avevano raggiunto le strade commerciali, il centro della città — la Grand’ Place, dove la Tour des Halles immensa e nera si ergeva contro l’assalto della notte, brandendo lo scudo d’oro del suo quadrante. La giovane agile e svelta, come se avesse deciso di sottrarsi a quell’inseguimento, aveva imboccato la rue Flamande — dalle vecchie facciate ornate e scolpite come la poppa di una nave – […] Poi tutt’a un tratto, la vide attraversare la strada, dirigersi verso il teatro, le cui porte erano aperte, ed entrare.
Bruges la morta
Piazza del Mercato (Markt)
È qui che gli abitanti di Bruges si incontrano e i turisti salgono a bordo di carrozze trainate da cavalli. Un tempo, invece, era il cuore commerciale della città. Se capiti a Bruges di mercoledì, non perderti il mercato settimanale (dalle 8 alle 13). Diversi edifici importanti si affacciano sulla Piazza del Mercato, tra questi il Palazzo Provinciale e il Belfry (Belfort), la torre di 83 metri simbolo della città. Un tempo ospitava l’archivio municipale ed era usata per avvistare incendi e altri pericoli. Oggi è possibile salire i suoi 366 gradini fino alla sommità per ammirare il panorama e osservare l’orologio e il carillon composto da 47 campane.
Il Belfry è parte di un complesso di ambienti che nel Medioevo venivano adoperati come magazzini e mercato coperto. La torre è aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 18:00. Il biglietto costa 12 €.
→ Consiglio: visita anche Piazza Burg, uno dei luoghi più antichi di Bruges, a lungo cuore politico e religioso della regione. Il municipio cittadino (Stadhuis), costruito nel 1376, e l’adiacente palazzo rinascimentale del vecchio registro civile ti lasceranno a bocca aperta.
Rue de Flamande (Vlamingstraat)
A un certo punto dell’inseguimento, dopo aver attraversato la piazza del mercato, Jane imbocca Vlamingstraat e si dirige verso il teatro. Vlamingstraat è una strada di origine medievale, dove mercanti da tutto il mondo si incontravano per la compravendita di prodotti.
Teatro (Stadsschouwburg)
Al civico 29 di Vlamingstraat, c’è il teatro cittadino di Bruges. Costruito nel 1869, è caratterizzato da una sobria facciata neo rinascimentale. Oggi è usato per concerti e spettacoli di vario genere.
I luoghi del libro: il volto mistico della città
Hugues, oltre ad amare il silenzio dei canali di Bruges, è attratto da alcuni luoghi religiosi della città, il cui volto mistico risuona con la sua anima tormentata. Della chiesa di Notre Dame vi ho già detto qualcosa. Vediamo quali sono gli altri:
Saint-Sauveur (Sint-Salvatorskathedraal)
È la più antica chiesa parrocchiale di Bruges, costruita tra il XII e il XV secolo ed è la prima chiesa gotica in laterizio del paese. Conserva diverse opere d’arte e una ricca collezione di quadri fiamminghi ospitati all’interno dello Schatkamer, un piccolo museo con nove sale. È aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17:30 (la domenica dalle 11:30 e chiude alle 17).
Tornò ad amare, come un tempo, di sostarvi la sera, specialmente in quelle navate del Saint-Sauveur, coi suoi lunghi marmi neri, col grandioso ambone da cui scende talvolta una musica che s’infrange e dilaga […]
Bruges la morta
Cappella di Gerusalemme (Jeruzalemkerk)
Questo è uno di quei luoghi che senza il romanzo non avrei scoperto, anche se, ahimè, non l’ho visitato. Siamo entrati a chiedere informazioni per poi uscire con l’idea di tornarci prima della chiusura. Errore! La cappella è parte di un complesso privato del XV secolo. Ancora oggi appartiene alla famiglia che lo costruì: gli Adornes. Nel XIII secolo, Opicius Adornes, commerciante di origini italiane trasferitosi nelle Fiandre, diede il via alla lunga storia di una famiglia che presto diventò parte dell’aristocrazia di Bruges. La Tenuta Adornes si trova in Peperstraat 3A, è aperta dal lunedì al sabato dalle 10 alle 17. Il biglietto è di 7 €.
Hugues amava ancora, nelle sue crisi di misticismo, sprofondare nel silenzio della piccola cappella di Gerusalemme. Era là soprattutto che si recavano, al tramonto, le donne con le mantelle […]
Bruges la morta
Ospedale di San Giovanni (Sint-Janshospitaal)
Questo ospedale ha 800 anni ed è rimasto in funzione fino alla fine del XIX secolo. I monaci e le monache che lavoravano al suo interno si prendevano cura dei malati, dei poveri, dei pellegrini e dei viaggiatori. Alle monache, che avevano conoscenze mediche limitate, era affidata per lo più la cura dell’anima.
Ma fra tutti i pellegrinaggi attraverso la città Hugues amava in particolare l’Ospedale Saint-Jean, dov’era stato il divino Memling, lasciandovi candidi capolavori che raccontassero, attraverso i secoli, la freschezza dei suoi sogni di convalescente. Hugues pure vi si recava con la speranza di guarire, di lenire la sua retina in fiamme lungo quelle pareti bianche […]
Bruges la morta
È possibile visitare alcuni dei suoi ambienti, tra questi la farmacia, l’orto dei semplici, gli archivi, la cappella e il dormitorio. La cappella ospita il Museo Memling, che conserva opere d’arte sacra e strumenti medici. L’ospedale è aperto dalle 9:30 alle 17, tranne il lunedì. Il biglietto è di 12 €.
I luoghi del libro: il beghinaggio
Barbe, la domestica fiamminga di Hugues, amava trascorrere il proprio tempo libero al beghinaggio e sognava di andare a viverci:
Beghinaggio (Begijnhof)
Il beghinaggio è il luogo dove abitano le beghine, donne laiche, nubili o vedove, che vivono di preghiera e lavoro, praticando castità e povertà. Quello di Bruges è sorto nel 1245. È un complesso di edifici intonacati di bianco, disposti intorno a un ampio cortile interno.
Andare al beghinaggio era per Barbe la gioia più grande, fra le poche che aveva. Là tutti la conoscevano. Aveva diverse amiche tra le beghine e sognava di venirci anche lei, più tardi — quando fosse riuscita a mettere da parte un po’ di risparmi —, a prendere il velo.
Bruges la morta
Oggi al posto delle beghine ci vivono le suore benedettine e delle donne di bruges rimaste sole. È aperto tutti i giorni dalle 6.30 alle 18.30 e l’ingresso è gratuito. La casa delle beghine (Begijnhuisje), invece, apre alle 10 (la domenica alle 14:30), la visita costa 2 €.
→ Consiglio: vai al beghinaggio quando non c’è ancora troppa gente in giro, per goderti il silenzio e la quiete del luogo. La nostra visita di Bruges è iniziata proprio da qui. Se hai tempo fai anche una passeggiata nel vicino Minnewaterpark.
Appunti mangerecci e paura dei fantasmi
Per immergerci ancora di più nello spirito del luogo, io e l’Inglese abbiamo affittato una stanza in una grande casa di inizio ‘900, appartenente a una signora che vive altrove. Era nuova su Airbnb e piuttosto economica: una camera in una grande casa d’altri tempi piena di oggetti, ricordi del passato, icone religiose e gatti neri di peluche nel corridoio. Noi gli unici ospiti.
Ho trascorso due notti temendo incontri ravvicinati con “lo spirito del luogo”, nonostante i trenta e passa anni che mi porto dietro. Fortuna che l’Inglese, da vero inglese, non si scompone mai. Di mattina, quando la luce del giorno mi faceva rinsavire, passavo il tempo a giocare al piccolo Watson, osservando gli oggetti e immaginando la vita della signora anziana che ci abitava. Mi piace credere che da giovane fosse un’insegnante di geografia.
Dove abbiamo mangiato?2 Il brunch lo abbiamo fatto da Books & Brunch (carino, tranquillo, libroso, cibo non male), la cena in un ristorante vegetariano/vegano De Brugsche TAFEL (a gestione familiare, accogliente, buon cibo). A seguire birra belga da Le Trappiste, una birreria situata in una cantina del XIII secolo. Infine, visto che andare in Belgio senza provare il cioccolato è un crimine, abbiamo fatto il pieno da Chocolate Brothers prima di ripartire.
Credit: lettureinviaggio
- Abbiamo saltato la visita alla Torre Belfry e alla Cappella di Gerusalemme. L’Ospedale di San Giovanni avremmo fatto in tempo a vederlo, ma lo abbiamo trovato chiuso.[↩]
- A Bruges la cucina di molti ristoranti chiude alle 22[↩]
10 commenti
Ciao! Ho appena scoperto il tuo bel blog grazie a Nela ( Gialli e Geografie. blogspot ). Ho letto il racconto di Rodenbach dopo essere stata a Bruges e quindi mi fa piacere individuare attraverso il tuo post i luoghi della vicenda:-) La Bruges che ho visto era affollatissima e luminosa, molto diversa da quella silenziosa e malinconica di Rodenbach…
Ciao Giacinta, benvenuta sul blog! In effetti oggi è diversa dalla Bruges di Rodenbach. Però allontanandomi dai posti più affollati, in aree meno battute dai turisti, sono riuscita un po’ a immaginare la città descritta dallo scrittore. Certo il sole non ha aiutato. Magari avrei dovuto visitarla in una grigia giornata autunnale. 🙂
Davvero complimenti per il tuo blog! Ora che l’ho scoperto, lo seguirò con interesse! Aaaah, che meraviglia, l’unione tra luoghi e libri!!! Brava!
Se ne hai piacere, ti invito a leggere i miei articoli su Bruges e dintorni: https://viaggiodolceviaggio.it/category/europa/belgio/
Ciao!
Grazie Elena! Sì, gli darò un’occhiata 🙂
Ho visto Bruges qualche anno fa. Abbiamo fatto Bruxelles (che non m’è piaciuta), Bruges (bella) e un’altra cittadina storica, col castello, che ovviamente non ricordo…
Ma come non te la ricordi? Vedo che siamo in due ad avere un’ottima memoria! 😛
Gent! Ma ho cercato online 😀
ahahaha sì, ma così vinci facile! XD
∗∗A Bruges la cucina di molti ristoranti chiude alle 22. ** Come a Parma!
A proposito di Parma, l’ho visitata anni fa in occasione di una mostra. Quanto mi piacque! 🙂