Io e Concentrazione abbiamo sempre avuto un problema: nonostante la cerchi, lei, il più delle volte, mi evita. Qual è la conseguenza principale di questa complicata relazione di coppia sulla mia vita da lettrice? Semplice: che leggo senza distrarmi solo nella mia tana, preferibilmente a letto, oppure a casa dei miei, in Abruzzo, dove ho la possibilità di godermi il caminetto acceso in inverno e l’arioso terrazzo in estate.
Questo vale anche per lo studio. Durante gli anni dell’università avevo un rapporto assai turbolento con Concentrazione, e i miei tentativi di creare le condizioni ideali per sgobbare (al meglio) sui libri fallivano, spesso, miseramente.
Da allora ho fatto passi da gigante grazie a un lavoro continuo su di me. Però, nonostante leggere sia un’attività piacevole, non mi riesce bene ovunque. Ho dei posti e degli orari preferiti per dedicarmi ai libri. E ci sono anche i giorni in cui, se ho altre priorità per la testa, di leggere non se ne parla. Nella borsa di Katy Poppins un libro non manca mai. Le file interminabili, i viaggi in autobus, in metropolitana e l’attesa di qualcuno o qualcosa mi seccano di rado, perché so come passare il tempo (Illusa).
I posti dove “lasciate ogni speranza voi ch’entrate”
BAR — Anche quelli più tranquilli sono per me una fonte inesauribile di distrazioni. C’è da dire però che non li frequento molto, un po’ perché il caffè lo preferisco a casa, un po’ perché quando esco mi piace stare all’aperto. Se mi capita di passarci del tempo da sola, gli occhi vagano senza sosta tra il libro, il mondo fuori dalla finestra (siedo volentieri solo accanto alle finestre) e gli altri avventori di cui mi metto a immaginare le vite.
AUTOBUS/MACCHINA — Mi è tornato il mal di macchina/autobus (in forma lieve). Da bimba era più forte, poi è sparito per un po’. Ormai difficilmente riesco a leggere su un autobus urbano (o a usare il cellulare per più di cinque minuti consecutivi). In macchina non ci provo nemmeno e devo perfino evitare di muovermi o parlare troppo.
I posti dove “dai, ce la puoi fare (forse)”
PARCO — Quando il cielo è sereno e fa caldo (quasi mai) mi ritaglio del tempo per andare al parco e spaparanzarmi sull’erba; soprattutto ora che ho la vitamina D ai minimi storici. Sotto al sole però non riesco a leggere a lungo: o mi viene il mal di testa o mi distraggo o mi viene sonno. Leggo senza problemi solo all’ombra di un albero.
MARE — Sono nata e cresciuta in una cittadina di mare, poi ho vissuto in montagna, successivamente mi sono trasferita in un’altra cittadina di mare e ora abito in un luogo dove ho solo laghi a disposizione. Il mare non lo vedo da due anni; mi piace, ma non quello degli stabilimenti balneari nelle ore di punta. Nascosta tra file di ombrelloni colorati, nell’unico pezzo di spiaggia libera rimasto vicino casa mia, da ragazzina riuscivo a divorare libri senza curarmi del resto del mondo. Ora, alle stesse condizioni, non più.
BIBLIOTECA — Le biblioteche non sono sempre silenziose. La Jubilee Library di Brighton, per esempio, più che a una biblioteca somiglia a un mercato. Quelle troppo piccole, inoltre, mi mettono a disagio, perché anche i respiri sembrano rumorosi. Leggo in biblioteca se ho qualche ricerca da fare; in caso contrario, prendo un libro in prestito e torno a casa.
I posti dove “Venghino, signori, venghino!”
CAMERA/LETTO — Durante gli anni un po’ scoloriti di quella fase della vita apparentemente utile che si chiama adolescenza, il letto, per molti, è tutto. Ci fai sedere gli amici, ci mangi, ci sogni, ci studi, ci leggi, ci piangi, ci scrivi, ci ascolti musica; dal letto guardi il soffitto nei momenti in cui pensi troppo e male o l’anima si strugge per qualcuno. Ovviamente crescendo ho ridimensionato questo rapporto un tempo simbiotico. Leggere in camera è diventato un lusso che mi concedo la sera prima di addormentarmi e qualche volta la mattina nei giorni di festa. È strano pensare che in passato leggere a letto fosse considerato immorale.
SOGGIORNO/DIVANO – È qui che leggo ogni mattina, quando la mia mente è calma e riesce a concentrarsi bene su una cosa alla volta. In quelle due ore faccio anche altro in realtà, dedicando del tempo a me stessa, in una sorta di rituale per iniziare la giornata.
TERRAZZO — Nella nuova casa non ho un balcone sufficientemente nascosto dalla vista dei passanti, del postino e dei vari corrieri che ogni giorno suonano citofoni a caso nel palazzo dove abito — il mio citofono in particolare, perché qualcuno deve aver detto loro che faccio la portiera (abito al piano terra) —, dove potermi sedere a leggere indisturbata. A casa dei miei, però, ho un bel terrazzo arioso con vista montagna e burrone e tanto verde e il cinguettio degli uccellini; d’estate è una goduria sedercisi a leggere (o a dormire).
TAVERNA/CAMINETTO — Prendi un piccolo paese di montagna nella stagione più fredda dell’anno, aggiungi un’accogliente taverna con un grande caminetto acceso, una tazza di tè e un libro e avrai un’idea delle mie abitudini di lettura quando vivevo con i miei genitori. Ho letto molto seduta davanti al caminetto della taverna, di sera o pomeriggio, con le guance rosse per il calore del fuoco e gli occhi incollati alle pagine.
TRENO — Non esiste viaggio in treno che non sia accompagnato da un buon libro. Il treno è il mio mezzo di locomozione preferito (oltre ai piedi). Quando è un’opzione ragionevole in termini di distanze geografiche, lo scelgo senza esitare. Non mi interessa arrivare da qualche parte in poco tempo o a prezzi stracciati se ho la possibilità di godermi un viaggio e inquinare meno.
Quali sono i tuoi posti preferiti per leggere?
Credit: Girl reading – Edmund C. Tarbell, 1909 (Museum of Fine Arts Boston) By E Tarbell | Wikimedia Commons
6 commenti
Mi hai fatto sorridere… In ordine sparso: la biblioteca mi fa pensare a quella frequentata per anni quando studiavo (ossia quella universitaria). In qualche modo riuscivo a studiarci (coi tappi alle orecchie), ma ricordo anche che alzavo gli occhi ogni volta che scorgevo una sagoma, una qualunque forma di vita, fosse anche solo la manica di quello davanti che accennava un gesto (un po’ come quando andavo a Messa, sapere di non dover guardare rende assolutamente pronti a notare tutto). Il divano per me sarebbe il luogo cult, meglio però in ferie, quando magari i bambini non mi stanno addosso. Altrimenti ho imparato a leggere perfino due pagine di fila mentre gira rai yoyo. Leggevo comunque più facilmente a volte mentre allattavo. Bar: potrei fare il copia-incolla della tua descrizione. Anche a me piace indovinare (o avere la divertente presunzione di) le vite degli altri. Dissento sulle 5.30 del mattino. A quell’ora dormo 🙂
Ecco: “sapere di non dover guardare rende assolutamente pronti a notare tutto”, la Verità in una frase. Avevo lo stesso identico problema all’università. C’era gente che ci preparava gli esami (sul serio); io al massimo riuscivo a prepararci bene la sigaretta rollata per la pausa successiva.
Indovinare le vite degli altri è uno dei miei passatempi preferiti. Ne vengono fuori dei bei “romanzi”. E’ diventato un tic. 😀
Grazie del link, Katy Poppins 😀
Mi sa che abbiamo gli stessi e identici gusti in fatto di luoghi adatti per la lettura. Bar neanche a parlarne. Idem biblioteche e parchi (che sono comunque pieni di gente).
Una poltrona vicino al camino d’inverno sarebbe l’ideale.
La mattina leggo dalle 7 alle 8. Poi un paio d’ore prima di cena. Dopo è troppo tardi per i miei occhi.
Ok per treno e aereo, mi porto sempre un libro da leggere, anche se non riesco a essere concentrato al 100% per via dell’umanità presente 🙂
ahaha Katy Poppins è una gran mattacchiona!
Di nulla Daniele, è il minimo. 🙂
In effetti dell’aereo mi sono dimenticata. Forse avrei dovuto inserirlo nella categoria “dai che ce la puoi fare (forse)”, perché 7 volte su 10 non riesco a concentrarmi a causa “dell’umanità presente”, vuoti d’aria, nausea in fase di decollo/atterraggio, eccetera eccetera. Devo dire, però, che l’ultima volta che ci ho viaggiato, cioè ieri (di ritorno dall’Inghilterra), sono riuscita a leggere quasi senza problemi. o.O
Io di sera mi metto a letto con un libro e tante belle speranze perché credo di essere Wonderwoman e poi… cado come una pera secca dopo due pagine. -.- 🙂
Bisognerebbe fare una vita diversa per leggere la sera, zero computer e TV o quasi. E allora gli occhi sarebbero meno stanchi.
Hai ragione. Almeno la tv l’ho eliminata; non la guardo da 4 anni. In compenso, però, passo molto tempo davanti al pc. Dovrei almeno cercare di limitare l’uso del telefonino. :/