“It’s not easy writing about nothing” diceva un enigmatico mandriano onirico a Patti Smith. “Dovete imparare a scrivere anche dell’aria fritta!” ammoniva la prima e, per ora, ultima caporedattrice della mia vita. Il nulla e l’aria fritta sono la stessa cosa? L’hai mai provata l’aria fritta? Di che sa?
Il Nuovo de Mauro definisce l’aria fritta come un “enunciato, scritto o pensiero privo di contenuto, vuoto e inutile”. In effetti saper scrivere di nulla è un’arte, nella quale non credo di essere versata. L’aria fritta mi rimane indigesta. Che c’entra l’aria fritta? L’espressione mi è venuta in mente quando ho iniziato a buttar giù questo post, consapevole di non avere un’idea precisa di cosa scrivere né qualcosa di nutriente da offrire.
(Ma non hai un calendario editoriale con tutti i post programmati? Sì, ma c’è una verità librosa universalmente riconosciuta e scoperta da poco: mai decidere con troppo anticipo quali libri leggere, soprattutto se ti chiami Caterina, ti descrivi come una pianta e vedi fate e folletti ovunque.)
Evasione mentale, patrimonio dell’umanità
In questi mesi di blogging (il wrap-up del 5 agosto si avvicina) ho fatto alcune considerazioni e risintonizzato i miei radar editoriali. I libri che a gennaio avevo programmato di leggere e “recensire” languono sull’ultimo scaffale della mia libreria. Nel frattempo altri titoli hanno iniziato a corteggiarmi. Sto provando a non cedere per non tradire quelli che ho già. Il risultato? Sono bloccata, leggo poco e vado a rilento. La mia testa al momento è in vacanza alle Bananas, quindi fatico a concentrarmi su Sapiens e Trama d’infanzia.
Il primo è un mattone (in senso solo fisico, perché non ho preso la versione tascabile); lo sto leggendo in lingua originale: offre una visione nuova e provocatoria della storia dell’uomo; è scorrevole, brutalmente schietto e a tratti ironico. Il secondo non tratta un argomento leggero (l’infanzia ai tempi del nazismo). Gran bel romanzo però. Ho l’edizione italiana di e/o tradotta da Anita Raja.
Risorse
Per i motivi di cui sopra questa settimana non ho nuove letture fra le mani da recensire né viaggi letterari da proporti. Però vorrei condividere con te alcune letture online (in inglese e in italiano). Il filo conduttore è sempre lo stesso: quello che anima questo blog.
Curiosità
- Su The Public Domain Review c’è un breve saggio dedicato alla ricerca del Giardino dell’Eden e in particolare a William Fairfield Warren e alla teoria da lui sostenuta in un’opera pubblicata nel 1890: Paradise Found, The Cradle of the Human Race at the North Pole.
Riflessioni
- Fiabe, fiabe, fiabe. Sono un po’ fissata, lo so. Su Doppiozero Giovanna Zoboli ha scritto de L’importanza di perdersi nel bosco. L’articolo è inoltre accompagnato da belle illustrazioni.
Recensioni
- In attesa di leggere Atlante leggendario delle strade d’Islanda, pubblicato da Iperborea, dai un’occhiata alla recensione di Interno Storie. Al momento sembra essere il titolo più venduto della casa editrice. Basta guardare la copertina per innamorarsene.
Personaggi
- Su Atlas Obscura si parla di Bessie Stringfield, una donna afro-americana che negli anni Trenta del secolo scorso ha viaggiato in lungo e in largo in motocicletta ribaltando gli stereotipi di genere e razziali dell’epoca: Bessie Stringfield, the Bad-Ass Black Motorcycle Queen of the 1930s.
Viaggi letterari
- Se ti piacciono gli autori russi immergiti nell’atmosfera del racconto di viaggio sulle tracce di Fëdor Dostoevskij a San Pietroburgo scritto da Rosanna Spinazzola: Fëdor Dostoevskij in Sankt Pieter Burkh.
- Ami Kafka e Praga? Segui David Farley nel suo itinerario alla scoperta dei luoghi della capitale ceca legati allo scrittore: On the Trail of Kafka in Prague.
E tu come te la stai cavando in questo periodo?
6 commenti
Me la sto cavando male, con questo caldo. Mal di testa quasi tutti i giorni e zero voglia di fare. Ma resisto e porto avanti le mie scritture e letture.
Ho saputo dell’afa e t’ho pensato. Immagino quanto sia dura, io pure soffro poco il caldo. Dai tieni duro. Spero ti sia almeno andato a rifugiare in campagna. 🙂
Vado la prossima settimana, ma anche lì il caldo si fa sentire bene 🙂
Tu mi sa che in Tedeschia stai meglio.
Sono più i giorni piovosi o nuvolosi che quelli caldi e sereni. Da un lato non ne sono felice perché il sole mi fa star bene (anche se il caldo mi mette ko). Mi mancano il mare (ma non quello da stabilimenti e caos) e la montagna. Le vie di mezzo non mi piacciono in estate. E nemmeno le città. Il mio mood attuale è: “uffaperò”
Io sono una tua estimatrice, ormai l’avrà capito ?
L’aria fritta è un’arte e, come tale, capace di regalare delle perle dove ci si aspetterebbe il nulla, ergo non la snobbo!
Amouse toi bien aux Bananas et à bientôt ??
Meno male che qualcuno mi sostiene (nel mio non essere proprio normale)! ahahahaha
Adoro! Comunque le Bananas meritano, si sta proprio bene qui 🙂 😛 😉