Al posto di questo articolo dovrebbe esserci il racconto del mio viaggio letterario a Bath nei luoghi di Persuasione e Northanger abbey, e invece ti presento Frammenti, la rubrica dove salto di palo in frasca. Non so ancora che cadenza avrà. Ci penserò su. Iniziamo?

Un ritorno

A marzo sono tornata a Brighton dopo sei anni dall’ultima visita e dieci da quando ho preso un volo di sola andata per iniziare una nuova vita. È stato un ritorno carico di simboli. Un atto sacro, necessario. In un decennio di cose ne sono successe, ma l’atmosfera in città è sempre la stessa: accogliente, frizzante, gioviale, rilassata. Quando nell’ultimo video di Easy English1, i cui episodi sono girati soprattutto a Brighton, la co-creatrice del canale afferma: “I don’t know a place, where I have ever felt that free. And that says something“, so esattamente cosa intende.

“If one could but go to Brighton!”

E Jane Austen che opinione aveva di Brighton? Al momento non ci sono prove concrete di un suo soggiorno a Brighton, ma è molto probabile che sia avvenuto (in Orgoglio e Pregiudizio ci fa andare Lidya, sorella di Elisabeth Bennett). A lungo si è pensato che la scrittrice disdegnasse la nota città costiera dell’East Sussex, destinazione allora alla moda, luogo di scandali2 e frivolezze. Alexandra Loske, curatrice della mostra Jane Austen by the Sea, ospitata nel 2017 presso il Royal Pavilion, ha chiarito che le cose non stanno così: l’idea che a Jane Austen non piacesse Brighton è dovuta a un errore di trascrizione trovato nella prima raccolta delle lettere austeniane curata da Lord Brabourne e pubblicata nel 1884. Errore ripetuto nella raccolta di R W Chapman del 1932 e da chiunque negli anni successivi abbia usato per lavoro una delle due edizioni.

Vulnerabilità come forma di protezione

Un libro che voglio leggere quest’anno è La morte di Bunny Munro, edito da Feltrinelli. L’autore, Nick Cave, a Brighton ci ha vissuto per anni3. Qualche giorno fa, alla fine di una sua intervista trovata su YouTube sono finalmente andata a dare un’occhiata a The Red Hand Files, un progetto nato nel 2018. Ogni settimana su questo blog il musicista australiano risponde alle domande dei fan. Al di là del fatto che Cave riuscirebbe a essere interessante pure se scrivesse di calzini spaiati, nell’economia di quelle risposte dove ogni parola è scelta con cura, nella partecipazione al dolore altrui, nel modo di affrontare gli argomenti più disparati, nello spogliarsi e offrirsi in uno scambio che nutre entrambe le parti, consapevole che la vulnerabilità è una forma di protezione, io vedo un inno alla bellezza della vita e alle nostre fragilità. Questi files sono come le ciliegie: uno tira l’altro.

L’invenzione del sé

Copertina di Magnificient Rebels, il libro di Andrea Wulf.

Fra i libri più interessanti letti ultimamente c’è Magnificent Rebels. The first romantics and the invention of the self4 di Andrea Wulf. In questo saggio pubblicato l’anno scorso l’autrice racconta la nascita del romanticismo tedesco attraverso le vite di un gruppo di menti brillanti e anticonvenzionali, che a fine Settecento, grazie a Friedrich Schiller, confluirono a Jena, una piccola città tedesca aperta e stimolante.

Alcuni nomi li avevo già incontrati occupandomi di salotti ebraici berlinesi e ritrovarli sulle rive del fiume Saale in quello che all’epoca era il ducato di Sassonia-Weimar così minuziosamente descritti e straordinariamente vivi mi ha permesso di unire puntini e capire la fitta rete di relazioni amorose, intellettuali, amicali, epistolari che caratterizzò le loro vite.

È stato inoltre interessante scoprire la figura di Caroline Schlegel-Schelling, anima del set di Jena. Come ne L’invenzione della natura, anche alla fine di questo libro Wulf tira le somme, tracciando una linea che unisce passato e presente. Le idee sviluppate dai primi romantici hanno rivoluzionato il nostro rapporto con il mondo, ma la centralità dell’io e il concetto di libertà non devono essere intese in modo egoistico. Non era quello il senso delle parole di Fichte, da cui il gruppo prese le mosse, né di Schelling, il cui pensiero filosofico divenne il cuore pulsante del romanticismo. Sta a noi oggi, secondo l’autrice, capire come utilizzare questa eredità (e a me aspetta l’immancabile pellegrinaggio a Jena ispirato dal libro).

“Play the fool!”

La creatività è un argomento che ho iniziato a esplorare consapevolmente una decina d’anni fa. Il primo libro letto al riguardo lo comprai a Brighton in una soleggiata mattina di primavera, spinta da un sogno fatto la notte precedente. Lo trovai lungo le North Laine, esposto nella vetrina di una libreria di seconda mano5. Era Creating Minds. An Anatomy of Creativity Seen Through the Lives of Freud, Einstein, Picasso, Stravinsky, Eliot, Graham, and Ghandi di Howard E. Gardner. Sembrava mi stesse aspettando. Ci misi un po’ a finirlo, perché non avevo mai letto libri in inglese prima di allora6. Nel corso degli anni ho continuato a interessarmi all’argomento e nel 2017 ho aperto Letture in Viaggio, concedendomi di essere creativa attraverso la scrittura. Per una che ha sempre avuto paura di esprimersi ed esporsi è stato un grande passo avanti. Tuttavia devo continuare a ricordarmi perché è importante che io mi dia il permesso di farlo ogni giorno. Quale discorso più eloquente di quello di Ethan Hawke? (la trascrizione e la traduzione la trovate qui).

Appunti

🗓️ Il 13 luglio torna Geografie sul Pasubio, l’evento organizzato da Keller Editore, fatto di trekking, passeggiate e incontri sul reportage. Il tema della sesta edizione è terre, popoli, isole misteriose. Parteciperanno come sempre autori e autrici nazionali e internazionali in un’atmosfera informale e stimolante. Io ci andrei volentieri se potessi. Save the date: 13-16 luglio 2023. Qui trovi le informazioni necessarie.

🎧 Ho appena finito di ascoltare A Wild Mind, il podcast di Andrea Bariselli che si occupa di “neuroscienze, natura e dell’intreccio che tiene unite tutte le cose“. Mi ci sono un po’ rifugiata nei giorni scorsi. È arrivato dritto al cuore. || C’è una storia scoperta qualche settimana fa che mi ha colpita. L’ha raccontata Sara Mostaccio in una puntata del suo podcast Filakia. Si intitola La libreria dei senzatetto, pubblicata proprio nei giorni in cui stavo rimuginando su una situazione simile incontrata a Berlino. Sincronicità?

📚 Sto leggendo un altro libro di Kapka Kassabova, Street without a name. Pubblicato nel 2008, racconta la sua infanzia in Bulgaria, paese d’origine dell’autrice, che da anni vive in Scozia. Uno dei prossimi numeri di Frammenti sarà dedicato in parte anche a lei, che ha già vinto il premio “Autrice del Cuore 2022”.

✨ Qualche mese fa ho iniziato un diario delle letture su un quadernino a righe dalla copertina semplice, anonima e anche un po’ vintage. Di solito lo compilo la sera, quando ho qualche nuovo libro da aggiungere. Ha diversi vantaggi: mi permette di tenere traccia di trame e personaggi che con il tempo dimenticherei, delle riflessioni scaturite durante la lettura e dei collegamenti con altre cose lette, guardate o ascoltate. In pratica mi aiuta a digerire un libro prima di passare a quello successivo. Non so perché io ci abbia pensato solo ora, dopo anni. Lo adoro!

Oggi Frammenti termina qui.
Vuoi raccontarmi qualcosa? Ti aspetto nei commenti.

  1. Da diversi anni uso il fratello maggiore Easy German per migliorare il tedesco. Adoro il canale e il team che lo gestisce. Da quando ho scoperto che Easy English è per lo più girato a Brighton guardo anche quello, sempre col cuore che batte a mille.[]
  2. Tra gli scandali più famosi c’è quello che interessò Jane Digby e Felix von Schwarzenberg.[]
  3. In realtà pare ci viva ancora, ma trascorre molto più tempo a Londra con la moglie.[]
  4. Tra l’altro è da questo libro che ho preso l’idea per il nome della rubrica.[]
  5. Nel mio ultimo soggiorno a Brighton ho scoperto che la libreria ha chiuso i battenti. L’avevo ribattezzata “libreria del gatto nero”, perché una volta ci trovai un gatto nero molto vecchio che dormiva all’ingresso comodamente acciambellato su una colonna di contenitori di plastica.[]
  6. Credevo che il mio inglese non fosse ancora buono per leggere saggi e romanzi. In realtà poi da quel libro ne sono seguiti molti altri e il mio inglese gradualmente è migliorato.[]

Potrebbero interessarti

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Sostieni Letture in Viaggio

Se questo progetto ti piace e vuoi sostenerlo, puoi offrirmi un caffè con ko-fi 🤍

Cerca nel blog

Seguimi su instagram

Iscriviti alla newsletter

Altrove è la newsletter mensile di lettureinviaggio.it. Dentro ci troverai scintille bookoliche, curiosità, aggiornamenti e la giusta dose di chiacchiere.

Banner per iscrizione alla newsletter

Copyright @2024 – lettureinviaggio.it – Tutti i diritti riservati | Powered by Santa Pazienza & Tanto Caffè

Lettureinviaggio.it utilizza cookie per la navigazione e l’analisi statistica, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza su questo blog. Se chiudi questo messaggio o continui a navigare, acconsenti al loro uso. Per saperne di più, leggi la privacy e cookie policy. Accetta Scopri di più