Sono appena tornata dall’Iran. Ho viaggiato con una compagnia aerea chiamata Persepolis (che, a pensarci bene, si addice più a una nave), guidata dal capitano Marjane Satrapi. Durante il volo ho provato: rabbia, nostalgia, tristezza, amore, solitudine, ansia, vergogna, insicurezza, paura, confusione e, infine, speranza.
Però ho anche sorriso molto, grazie a episodi raccontati con umorismo e intelligenza. Di Persepolis avevo già visto la trasposizione cinematografica anni fa, ma non la ricordavo bene. Così ho letto la graphic novel dalla quale è stata tratta, in un’edizione inglese edita da Vintage. L’oziosità fisica e l’iperattività mentale del sabato mattina mi hanno permesso di terminarla, a letto, dopo nemmeno tre caffè.
Persepolis è una graphic novel di oltre 300 pagine, pubblicata dalla casa editrice francese L’Association in quattro volumi, tra il 2000 e il 2003. L’edizione integrale è del 2007. In Italia, i 4 volumi sono stati pubblicati da Rizzoli Lizard a partire dal 2002 e raccolti in un unico volume nel 2007. È uscita anche per i tipi di Sperling & Kupfer nel 2004 (in due volumi); successivamente tra i classici del fumetto di Repubblica (serie Oro) e per il Corriere della Sera (collana Graphic Journalism: il fumetto che racconta la realtà).
La protagonista di Persepolis è l’illustratrice stessa, Marjane Satrapi, che attraverso le sue esperienze personali tratteggia, con efficacia e schiettezza, la storia di un Paese, in particolare quella dell’Iran post-rivoluzionario, dominato dal fondamentalismo religioso e, per otto anni (1980-1988), devastato dalla guerra con l’Iraq di Saddam Hussein.
Marjane è nata in Iran nel 1969, figlia unica di una famiglia benestante di larghe vedute e idee comuniste. Gli eventi narrati abbracciano il periodo 1980-1994. All’inizio della storia, Satrapi ha 10 anni e un’infanzia spensierata; nel 1994 è una giovane donna alla ricerca della propria identità, decisa a costruirsi un futuro. Nel mezzo una guerra, cambiamenti culturali e vicissitudini personali raccontati in modo onesto e lucido, conditi, al momento giusto, da una buona dose di humor. Satrapi conduce chi legge per mano, affinché comprenda il vero volto dell’Iran, al di là di stereotipi e pregiudizi molto diffusi.
Il desiderio dell’autrice, come lei stessa afferma nell’introduzione, è anche di ricordare coloro che hanno pagato con la prigionia e con la vita la battaglia per la libertà. Perché “si può perdonare, ma non si dovrebbe mai dimenticare”. Marjane bambina, che cerca di interpretare la difficile realtà circostante e spiegarne le contraddizioni, offre al lettore uno spaccato della vita quotidiana in Iran.
Marjane adolescente, audace nell’esprimere le proprie opinioni e poco incline ad accettare regole che non condivide, viene mandata a Vienna a studiare. Ha quattordici anni. Quando torna in Iran, a guerra finita, ne ha diciotto. Lentamente, inizia una nuova fase della sua vita. Si iscrive al college per studiare arte, si sposa, fatica a costruirsi una vita nel suo Paese, divorzia e a quasi 25 anni si trasferisce in Francia, dove vive tuttora.
Le illustrazioni bidimensionali, essenziali ed eleganti veicolano emozioni che arrivano dritte al cuore. Ogni capitolo è incentrato su un tema particolarmente caro all’autrice: a volte si tratta di esperienze personali e familiari, altre di temi legati alla guerra e al fanatismo religioso. Spesso le due cose si intrecciano.
When we’are afraid, we lose all sense of analysis and reflection. Our fear paralyzes us. Beside, fear has always been the driving force behind all dictator’s repression.
Le vicende di Marjane e del suo Iran rimaranno con me per un bel po’. Questa terra, nel mio immaginario raffinata e quasi mitica, la sento adesso un po’ più vicina e reale. Arrivata all’ultima pagina, ho chiuso il libro con riluttanza e con la sensazione di averne tratto qualcosa di buono, qualcosa di cui non avrei potuto fare a meno. Sull’onda del solito entusiasmo mi sono messa a cercare interviste all’autrice su YouTube, perché volevo farmene un’idea precisa, ascoltadola. Ecco quello che ho trovato.
Credit: lettureinviaggio
6 commenti
Una delle graphic novel più belle e più importanti di tutti i tempi! 🙂
Sì, decisamente. Straconsigliata la lettura. Grazie per essere passata Chiara! 😉
Che Donna! Cavoli, no, il libro non l’ho letto, ma adesso mi sono ascoltata anche l’intervista, per essere una “pigra” direi che si è tirata fuori bene, è una combattiva che unisce l’idealismo alla realtà. Chapeau… (e grazie a te)
Lei è favolosa! Ascoltarla è un piacere e di bello ha anche che, nonostante goda di una certa fama, non se le tira e non è costruita. E’ se stessa. 🙂
Ammetto la mia colpa: no, non l’ho ancora letto. È lì, nella wishlist delle letture che vorrei (dovrei) fare, ma ancora niente… ;o( Tra l’altro mi servirebbe pure perché l’Iran è una delle mete che ho messo nel mirino.
Arriverà il momento adatto, vedrai! 🙂
Sai quanti libri ho io in wishlist? Pure quelli che ho già in casa, ma che per un motivo o per un altro, nonostante mi ripeta che devo/voglio assolutamente leggerli, vengono continuamente messi da parte a causa di qualche nuovo arrivato. Ormai ci sono abituati comunque, non si ingelosiscono nemmeno più.
Prima del viaggio in Iran Persepolis è un must. 😉