Un romanzo epistolare che racconta la Siria contemporanea.

Sono passati dieci anni dalla primavera araba e dall’inizio delle proteste siriane poi sfociate nella guerra civile ancora in corso. Di quegli eventi ho solo un ricordo sfocato e confuso. Qualche mese fa, però, ho letto La Siria promessa di Hala Kodmani e oltre a ripercorrere le rivolte del 2011, ho esplorato la storia siriana del ‘900.

La Siria promessa, fotografia del libro in posizione centrale circondato da altri libri.
La Siria promessa, Hala Kodmani, traduzione di Elisabetta Bartuli, Francesco Brioschi Editore, pagine 232, € 18,00.

Attraverso un immaginario scambio di email con il padre scomparso due anni prima, la giornalista franco-siriana ricostruisce la storia contemporanea del paese, dal tramonto dell’Impero Ottomano fino al 2012. E lo fa narrando anche un’altra storia: quella della sua famiglia.

Al padre Nazem Kodmani, ex diplomatico e nazionalista siriano esiliato in Francia, è affidato il ricordo del nonno paterno dell’autrice, che insieme al prozio, due volte primo ministro, visse gli anni dell’accordo Sykes-Picot e dell’avvento del mandato francese.

Ed è sempre Nazem a raccontare le battaglie della sua generazione in lotta per l’indipendenza del paese e fedele all’idea del panarabismo, la nascita del partito Ba’th, l’unione con l’Egitto, il colpo di stato del 1963, l’ascesa al potere di Hafiz al-Assad, padre dell’attuale presidente in carica, le repressioni, il carcere e l’esilio.

È invece Hala a informare il padre in tempo reale sui principali eventi dell’ondata rivoluzionaria dentro e fuori i confini nazionali introducendo la gioventù siriana che si oppone al regime di Bashar al-Assad e che l’autrice, cresciuta come molti della sua generazione nel disamore per il proprio paese d’origine, descrive con un coinvolgimento quasi commovente.

Perché leggere La Siria promessa

Pubblicato nel 2020 da Francesco Brioschi Editore e ancora prima in Francia nel 2014 da Actes Sud, La Siria promessa è un libro adatto a chi vuole conoscere la Siria andando oltre l’immagine, spesso deformata incompleta e terribile, trasmessa dai media, capire come si è arrivati alla situazione attuale e come è cambiata la società siriana nell’arco di un secolo.

Con molta onestà, Hala Kodmani mette in luce le speranze, le illusioni, gli errori, le contraddizioni e le aspirazioni nazionaliste di una famiglia dell’alta borgesia damascena colta, cosmopolita e politicamente impegnata, nel cui salotto passano anche personalità dello spettacolo e della cultura (tra queste lo scrittore e poeta palestinese Mahmoud Darwish, che quest’anno avrebbe compiuto 80 anni), e l’inevitabile scontro generazionale tra lei e il padre.

Nonostante venga presentato come un romanzo epistolare, La Siria promessa del romanzo ha solo la corrispondenza fittizia (che inizia nel 2010 e termina nel 2012). Tutto il resto è autobiografico. La scrittura è scorrevole, ma la lettura potrebbe risultare un po’ lenta se non si ha qualche nozione di storia siriana del ‘900.

Ti lascio con una email tratta dal libro, quella in cui Nazem Kodmani rispondendo alla figlia menziona il massacro di Hama, avvenuto nel 1982. L’ho scelta perché porta la data di oggi, 12 luglio:

12 luglio 2011
A: halakodmani@souria.com

Bella e meritata rivincita per Hama. Vuol dire che i suoi abitanti hanno superato il trauma del 1982. Il martirio di questa città è stato reso ancora più pesante dal lungo silenzio complice che ha seguito il massacro. […] Un massacro sistematico voluto dalle truppe degli Assad come punizione collettiva ed esemplare che mettesse fine alle annose rivolte. Il metodo ha funzionato visto che nessun siriano ha più osato alzare la testa per oltre trant’anni, fino a adesso, con questa generazione che non ha ricordi del trauma, e che tu mi stai dando la soddisfazione di scoprire.

La Siria promessa, hala kodmani

L’autrice

Hala Kodmani vive e lavora in Francia. Ha lavorato per France24 e tra il 2011 e il 2015 ha coperto il conflitto siriano per il quotidiano francese Libération. Nel 2013 è stata premiata dalla stampa diplomatica francese (APDF) per i suoi reportage dalla Siria.

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