Le biblioteche ebbero una funzione molto importante nei ghetti ebraici. Furono strumenti di sopravvivenza. Anche quello di Vilnius, capitale della Lituania, ne aveva una. Un dettagliato documento conservato presso l’istituto di ricerca YIVO Institute for Jewish Research di New York e redatto nell’ottobre del 1942 dal bibliotecario polacco Herman Kruk (1896-19449), ce ne rivela molti aspetti interessanti.
Kruk, ex direttore della Biblioteca Grosser di Varsavia e fervente socialista, era fuggito in Lituania con il fratello dopo l’occupazione tedesca della Polonia. L’anno successivo i due ottennero dei visti per andare in America, ma Kruk restò a Vilnius nel tentativo di rintracciare la moglie e il figlio che aveva dovuto lasciare a Varsavia.
Gli si presentò una seconda opportunità per scappare dalla Lituania, ma avrebbe dovuto lavorare per i russi, passando loro informazioni sulle forze armate polacche comandate dagli inglesi. Rifiutò la proposta1. Nel periodo trascorso a Vilnius tenne anche un diario, dove raccontò la vita nel ghetto, le torture e le deportazioni. Il diario fu pubblicato postumo nel 1961 e tradotto in inglese nel 2002 con il titolo The Last Days of the Jerusalem of Lithuania: Chronicles from the Vilna Ghetto and the Camps, 1939-1944.
Prima dell’occupazione nazista del giugno 1941 e della nascita del ghetto, la comunità ebraica di Vilnius aveva come biblioteca di riferimento quella dedicata a Mattityahu Strashun, rabbino ed erudito, aperta nel 1892 e spostata nella sede ufficiale nove anni dopo.
Nel ’39 la biblioteca conteneva 45.000 libri. Con l’arrivo dei nazisti, circa il 20% della collezione andò persa. Anche gran parte del suo personale scomparve. Molti ebrei vennero uccisi. Solo tra l’ottobre e il dicembre del 1941 persero la vita 33.500 persone. In quei mesi infernali, Kruk radunò intorno a sé un gruppo di collaboratori per riprendere l’attività della biblioteca della Società per l’Illuminismo Ebraico, ospitata in un edificio al numero 6 di via Straszuna.
Kruk, noto e rispettato per la sua preparazione, integrità e disciplina, fu nominato direttore della biblioteca del ghetto dal nuovo Judenrat2. Insieme ai suoi collaboratori lavorò incessantemente per rinnovarne le stanze, reperire i libri, catalogarli e servire la comunità.
A distanza di un anno e tre mesi dall’apertura della biblioteca, erano circolati 100.000 libri. Un numero enorme. Gli ebrei di Vilnius erano affamati di cultura. Nonostante le difficoltà, la collezione crebbe grazie alle donazioni fino a rendere necessaria la ricerca di nuovi spazi. Così la biblioteca estese le proprie sedi in altri edifici del ghetto, tra i quali il carcere e la casa dei bambini.
Il documento redatto da Kruk rivela anche quali erano i libri più letti: quelli sulle crociate, sull’inquisizione, sulla situazione degli ebrei nel medioevo, sul massacro degli armeni a opera dei turchi, le opere di Tolstoj (soprattutto Guerra e Pace) e Niente di nuovo sul fronte occidentale, scritto da Remarque e messo al bando dai nazisti. Kruk riteneva che i membri del ghetto leggessero per intossicarsi, e quindi smettere di pensare, o per riflettere, cercando analogie con destini simili al loro. Entrambi gli impulsi, secondo lui, erano strumenti di fuga dalla realtà.
Che fine fece Kruk? Fu deportato nel campo di concentramento estone di Klooga, nel settembre 1943. L’ultima annotazione del suo diario, che riuscì a nascondere, risale al 17 settembre 1944. Poche ore dopo venne fucilato insieme ad altri prigionieri3.
Risorse
Lasciati ispirare da Viaggiare con gli occhiali che ha scritto un articolo sulla Republica di Uzupis, e Pain de route che racconta di un viaggio di 22 giorni nelle repubbliche baltiche.
Credit: Pixabay
- Quei piccoli grandi eroi che salvarono i libri, David Fishman (Newton Compton Editori[↩]
- Gli Judenräte amministravano i ghetti per conto dei nazisti nei territori occupati. Erano costituti da 24 membri anziani della comunità ebraica locale. A Vilnius, gran parte di quelli che formarono il primo Judenrat (creato dopo l’occupazione tedesca, avvenuta nel giugno 1941) furono giustiziati. Fu quindi creato un secondo Judenrat.[↩]
- Dopo la fucilazione i loro corpi vennero bruciati.[↩]
2 commenti
Grazie per questa curiosità! Come sai, amo le Repubbliche Baltiche e Vilnius è la capitale che mi manca e che spero di vedere presto 🙂
Infatti ti ho pensata mentre scrivevo. Giuro! Spero tu possa andarci presto a Vilnius, così ce la racconti. 🙂
La storia di Kruk mi aveva colpito quando lessi il libro di Battles, e mi ero ripromessa di scriverci un post prima o poi. Il prima è diventato poi, ma alla fine mi sono ricordata 🙂