San Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado, per i suoi abitanti Piter; città elegante, cosmopolita, turbolenta, per molti anni capitale dell’impero russo. Affascinata dai suoi bagliori, l’ho visitata insieme a Jan Brokken, di cui ho già letto il bellissimo Anime Baltiche. Lo scrittore e viaggiatore olandese, classe 1949, è legato a San Pietroburgo come a nessun altro luogo. Quando ci andò per la prima volta, nel 1975, i turisti potevano raggiungerla solo in gruppo e i viaggi erano organizzati dall’agenzia di stato Intourist. All’epoca si chiamava Leningrado.
È strano, a nessuna città mi sento tanto legato quanto a San Pietroburgo, e al tempo stesso nessuna mi incute altrettanto timore. È come se l’angoscia traspirasse dai muri.
Dopo quarant’anni molte cose sono cambiate eccetto l’anima, ancora raffinata, fiera e malinconica. Tornato a San Pietroburgo nel 2015, perché impegnato nella stesura di un libro su Dostoevskij, Il giardino dei cosacchi, la percorre in lungo e in largo sulle tracce dei personaggi che l’hanno resa grande. E a ognuno di loro dedica un ritratto.
In questa città mi lascio ininterrottamente distrarre; a ogni passo mi viene in mente il titolo di un libro o mi risuona in testa una musica. È una scoperta continua, c’è quasi da impazzire, vorrei fare cinque cose contemporaneamente.
Il primo è quello della poetessa Anna Achmatova, amata da Modigliani. È lei la donna del quadro scelto per la copertina del libro, colei che meglio incarnò l’anima di San Pietroburgo; l’ultimo tratteggia il profilo della scrittrice Nina Berberova, esule prima a Parigi e poi negli Stati Uniti, ma sempre legata al ricordo della sua città natale.
Nel mezzo, oltre a Dostojevskij, che a San Pietroburgo cambiò 28 appartamenti, stanno Nabokov, Gogol’, Puškin, Čechov, Esenin, Solženicyn, Turgenev, Belyj e Blok, e musicisti come Čajkovskij, Rimskij-Korsakov, Šostakovič e Rachmaninov; fra gli artisti spicca Malevič, padre del Suprematismo.
Con Brokken attraversiamo strade e ponti, entriamo in case, chiese e musei, ammiriamo statue, ci spingiamo fuori dalla città per andare a vedere le tenute della famiglia Von Wrangel e la reggia voluta da Pietro il Grande sul golfo di Finlandia, Peterhof.
Ovunque c’è una storia da raccontare, uno o più aneddoti. E quanta umanità dietro questi ritratti; disperazione e paura, resilienza e amore. Essere artisti, intellettuali, scrittori nella Russia di Lenin e Stalin equivaleva spesso ad avere problemi con le autorità e a rischiare la vita.
No, il diritto alla felicità non esiste. I russi, ci insegna la storia, hanno dovuto sperimentarlo molto più spesso di noi. Per Dostojevskij era un motivo per stimare i russi più degli altri esseri umani: avevano una maggiore capacità di soffrire. Per via di tutta quella sofferenza arrivavano più spesso e più rapidamente all’essenza delle cose rispetto a chi mai avrebbe avuto da temere un viaggio di sola andata per la Siberia.
Sognando San Pietroburgo
Conosco poco la letteratura russa e ho più familiarità con i suoi romanzieri che con i suoi poeti. Dei musicisti menzionati dall’autore, ahimè, ho ascoltato solo Čajkovskij e Stravinskij. Grazie a Brokken mi sono affacciata su un mondo a lungo ignorato. Questo libro, inoltre, è anche un po’ autobiografico, perché l’autore scrive di due grandi passioni che hanno sempre caratterizzato la sua vita: musica e letteratura. E l’elettricità prodotta dall’entusiasmo per una passione è pericolosamente contagiosa.
Per anni, la Venezia del nord con i suoi 300 ponti, gli 86 canali e l’atmosfera fiabesca, nella mia immaginazione è stata la tappa finale di un ipotetico viaggio che avrebbe toccato anche Tallinn e Helsinki. Quando lo farò, di certo porterò con me Bagliori a San Pietroburgo e ripercorrerò i luoghi proposti da Brokken.
8 commenti
L’anno scorso per il mio compleanno ero indecisa se andare a Mosca o San Pietroburgo e poi ho scelto la prima ma non è stata una decisione semplice. L’idea del viaggio da Berlino è bellissima. Non ho letto questo libro ma Anime Baltiche è nel mio mucchio dei libri da leggere.
Buona serata ?
Ciao Silvia! 🙂
Come ti è sembrata Mosca?
Anche se c’è l’idea abbastanza diffusa che oltre alla piazza rossa non ci sia niente, a me è piaciuta. Una volta nella vista credo che vada vista. Mi rimane la curiosità di vedere San Pietroburgo ma ci sarà un’altra occasione!
Silvia, se vai a San Pietroburgo passa da Berlino che andiamo in treno! 😉
San Pietroburgo, la meta ideale di un viaggio suggestivo e romanzesco a bordo di un treno che sferraglia magicamente ???
Ecco, proprio quello che avevo in mente. Ester, maga d’atmosfere… Supercalifragilistichespiralidose! ??
Evitando l’orient Express che è un sogno proibito (da bambina immaginavo di partire da San Pietroburgo, fare tappa a Berlino, poi Parigi e finire a Istanbul), mi va bene una buona seconda classe e tanto tempo a disposizione ? Prima o poi…
Ester
Viaggiare sul leggendario Orient Express sarebbe meraviglioso! Occhi a cuore!