Tra i romanzi letti alla fine del 2021 c’è Il bell’ebreo di Ali Al-Muqri, che insieme ad almeno altri quattro libri attendeva da mesi un articolo su questo blog. Ambientato nello Yemen del Seicento, racconta la storia d’amore tra Salem, il figlio analfabeta di un artigiano ebreo, e Fatima, la figlia colta di un imam.

Copertina libro Il bell'ebreo, Ali Al-Muqri

A Raydah, dove vivono, la comunità ebraica e quella musulmana sono attraversate da un’animosità che si esprime attraverso parole ostili, confini sociali invalicabili e, talvolta, azioni violente.

Fatima e Salem, però, rappresentano un’eccezione. Nei loro cuori non c’è spazio per il pregiudizio e la malevolenza. Salem ha dodici anni quando Fatima inizia a insegnarli a leggere e a scivere in arabo. Le lezioni presto allarmano la comunità ebraica e producono accese discussioni a casa del rabbino.

Passato l’iniziale sconcerto della comunità, Salem viene autorizzato a studiare insieme a Fatima, purché si dedichi contemporaneamente all’apprendimento della lingua ebraica e all’approfondimento del Talmud. Fatima dischiude a Salem il suo mondo, Salem dischiude a Fatima il suo. Attraverso lo scambio reciproco crescono e si arricchiscono, condividendo lo stesso amore per la letteratura.

Il loro è un amore impossibile, ma determinato a superare gli ostacoli e ad andare avanti anche senza l’approvazione altrui. La relazione tra Fatima e Salem funge in realtà da pretesto per affrontare problemi ancora attuali e narrare, grazie a un salto temporale e un artificio letterario, una parte della storia degli ebrei yemeniti, quella relativa all’esilio nella desolata regione di Mawza’, avvenuto tra il 1679-80. 

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Dialogo fra religioni e culture diverse, apertura, confronto, curiosità, accoglienza, un amore che non conosce confini: Fatima e Salem rappresentano tutto questo, contrapponendosi a una realtà fatta di dogmi, barriere, disuguaglianze, prevaricazione, violenza e chiusura.

Il romanzo è narrato quasi interamente in prima persona da Salem, poi sostituito dal nipote. Colpisce la figura di Fatima, istruita, forte e desiderosa di autodeterminarsi, pur rispettando la religione a cui è fedele. In un’intervista per il portale della Deutsche Welle, Qantara.de, Al-Muqri ha affermato che le donne nei suoi romanzi non sono figure marginali, ma giocano sempre un ruolo centrale.

Il bell’ebreo, pubblicato in Yemen nel 2009 e in Italia da Piemme nel 2012 (tradotto da Maria Avino), non è stato ben accolto nei paesi arabi a causa dei temi trattati. L’autore, Ali Al-Muqri (Ta’izz, 1966), vicino alle questioni riguardanti le minoranze, affronta spesso argomenti scomodi, se non addirittura considerati proibiti, e non è nuovo a queste reazioni da parte del pubblico e delle autorità. Sia a causa della disatrosa guerra che da anni affligge lo Yemen sia per le minacce di morte ricevute, nel 2015 è esiliato in Francia, dove vive e lavora come giornalista e scrittore.

Qui puoi approfondire la storia degli ebrei yemeniti, la cui presenza in Yemen, risalente al V secolo d.C., è nel corso degli anni fortemente diminuita e qui invece la visione artistica e intellettuale sottesa al romanzo.

E tu hai letto Il bell’ebreo? Fammi sapere cosa ne pensi e se conosci altri libri di Ali Al-Muqri.

Acquista Il bell’ebreo di Ali Al-Muqri, tradotto da Maria Avino, a cura di Isabella Camera D’Afflitto, Piemme, 158 pp.

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Allevatrice di unicorni e dirigente di una multinazionale di idee. Da grande vorrebbe diventare ambasciatrice di sorrisi e indossare solo abiti color turchese.