Pubblicato nel 1926, Lolly Willowes o L’amoroso cacciatore è il romanzo d’esordio della scrittrice britannica Sylvia Townsend Warner (1893-1978). Racconta la storia di Laura Willowes, una donna appartenente a una rispettabile famiglia inglese, che lascia la sua confortevole vita londinese per uno sperduto villaggio delle Chiltern Hills, dove libera dai legami affettivi e dalle costrizioni del suo ruolo sociale e di genere, incontra il diavolo e diventa una strega.
Evoluzione di una strega
Alla morte del padre, nel 1902, Laura si trasferisce a Londra presso la famiglia del fratello maggiore. Per lei, che ha ventotto anni ed è nubile, non sembrano esserci alternative. Privata della relativa indipendenza di cui godeva presso la casa paterna nel Somerset e del contatto quotidiano con la natura, si inserisce nel nuovo ingranaggio familiare più per senso del dovere e spirito di sopravvivenza che per un sincero slancio del cuore. Il suo lutto è doppio, perché con il padre è scomparso anche il piccolo mondo ritirato e stimolante di cui era sacerdotessa e regina insieme.
A Londra Laura è solo zia Lolly: sorella, cognata, babysitter. La sua vita convenzionale e apparentemente tranquilla, fatta di giornate scandite dai ritmi altrui, è segnata da un’inquietudine che, di anno in anno, torna a farle visita con l’arrivo dell’autunno.
Quel turbamento non aveva attinenza con la sua vita. Saliva dal terreno con l’odore delle foglie morte, la seguiva per le strade all’imbrunire, sorgeva innanzi a lei alla vista della luna alta nel cielo. “Adesso! Adesso!” diceva, e niente più. Sembrava che la luna avesse strappato le foglie dagli alberi per poterla fissare più imperiosa. A volte Laura cercava di spiegarsi il proprio malessere dicendosi che stava invecchiando, e che l’anno che moriva le rammentava la sua stessa morte. Si paragonava a una ghianda che matura, e nei giorni e nelle notti autunnali e senza vento sente la terra attirarla a sé con forza sempre maggiore.
Lolly Willowes o L’amoroso cacciatore
Quando finalmente si risveglia dal torpore e risponde al richiamo dell’anima (o, a esser più precisa, al richiamo di quell’amoroso cacciatore del titolo) è passato un ventennio dall’arrivo nella capitale inglese e in mezzo c’è stata la Prima guerra mondiale.
Sulle Chiltern Hills, dove nessuno la conosce, può finalmente condurre una vita a lei congeniale, se non fosse che a un certo punto la sua ritrovata indipendenza viene minacciata dall’arrivo del nipote Titus a Great Mop. Disperata, Laura chiede aiuto al diavolo per liberarsene.
Il posto delle donne
Qual è il posto di una donna che non segue traiettorie imposte e desidera l’indipendenza? Sicuramente ai margini, ma sotto l’ala protettiva del diavolo, sembra rispondere provocatoriamente Sylvia Townsend Warner. Perché dichiarare fedeltà a un uomo quando puoi offrire te stessa a satana ed essere libera? Affilata, ironica e intelligente è la critica alla società dell’epoca. Oltre all’emancipazione delle donne, gli altri temi affrontati da Warner sono il rifiuto della religione e la sessualità.
Ma le donne lo sanno di essere dinamite, e non vedono l’ora che si verifichi l’esplosione che renderà loro giustizia. Ad alcune può capitare la religione, e così sono a posto, immagino. Alle altre però — e sono tante — cos’altro resta se non la stregoneria?
Lolly Willowes o L’amoroso cacciatore
La sua penna è ricca di metafore e descrizioni che pungolano i sensi e creano un’atmosfera dove l’elemento fantastico, via via sempre più palpabile, affiora con naturalezza. È l’ordito che sposa la trama. Che il destino di Lolly fosse quello di diventare una strega lo rivelano i dettagli disseminati nel testo.
La strega rappresentata da Sylvia Townsend Warner immerge i piedi nell’ordinario (cosa che, secondo me, rende questo archetipo estremamente accessibile e familiare. È quindi più facile riconoscercisi). Essere strega, in fondo, ha a che fare con un modo di percepire e interpretare la realtà che non si allinea con quello comune; si basa su una profonda connessione con la natura, con il proprio corpo e con il proprio mondo interiore. La sua Magia risiede qui.
Il romanzo ebbe immediata risonanza e rivelò il talento di Warner a un pubblico più ampio (aveva già all’attivo una raccolta di poesie, anch’essa pubblicata con la casa editrice Chatto & Windus). Il successo ottenuto spinse l’autrice a dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.
I luoghi di Lolly Willowes
Lolly Willowes o L’amoroso cacciatore è ambientato in Inghilterra, tra il Somerset, Londra e Chiltern Hills, un’area collinare di 883 km2 che abbraccia le contee del Bedfordshire, Buckinghamshire, Hertfordshire e Oxfordshire. Great Mop, il luogo dove la protagonista inaugura una nuova fase della sua vita, è un villaggio immaginario adagiato su queste colline.
Oltre a essere la lettura ideale per chi ama la campagna inglese, questo romanzo di Sylvia Townsend Warner è perfetto anche per chi non resiste alle atmosfere londinesi. Sono diversi i luoghi della città visitati da Lolly durante le sue passeggiate solitarie (luoghi che io nemmeno conoscevo): il cimitero di Bunhill Fields, lo scalo merci di Paddinghton, il cimitero ebraico, Rotherhithe, Moscow Road, la sinagoga di Bayswater, Holland Park.
Avrebbe fatto passeggiate a Hyde Park, avrebbe visto i bambini sui Pony e le signore alla moda sul Rotten Row, e sarebbe andata a teatro in carrozza. La vita a Londra era così piena, così eccitante! C’erano i negozi, e i cortei, quelli al seguito della Famiglia Reale, quelli dei disoccupati, e poi la Galleria d’oro di Whiteley’s, lo splendore delle strade di notte… Pensò ai lampioni, così imparziali, così imperturbabili nella loro maestosa prospettiva di luce, e si sentì intimidita sotto quello sguardo altezzoso. Ogni lampione l’avrebbe passata al successivo, lei e la sua ombra, per strade e piazze inesplorate (ma a quel punto le sarebbero state familiari) sulle quali avrebbe camminato obbedendo alle segrete e irrevocabili disposizioni del futuro. E allora, proprio come i londinesi, non avrebbe fatto più caso a quei luoghi. Ma a Londra non ci sarebbe stata nessuna serra, nessuna vasca in cui specchiarsi, nessuna stanza dove conservare le mele e nessuna veranda per le piante, calda e profumata di terra, con i mazzi di papaveri appesi al soffitto, i semi di girasole in una scatola di legno, i bulbi avvolti nei sacchetti di carta spessa, le matasse di spago incantramato e la lavanda messa a seccare su un vassoio da tè.
Lolly Willowes o L’amoroso cacciatore