Pubblicato nel 1984, La casa di Mango Street è l’opera più celebre di Sandra Cisneros, con oltre sei milioni di copie vendute. Il romanzo si compone di una serie di vignette che dipingono il mondo di Esperanza Cordero, giovane protagonista e voce narrante, a partire dal suo trasferimento con la famiglia nella casa di Mango Street, un angolo di Chicago situato in un barrio di chicanos1.

La frammentazione del romanzo in vignette sembra riflettere lo sguardo spontaneo e disordinato di una dodicenne che prova a dare un senso alle cose. La sua attenzione inizialmente si rivolge all’esterno (al vicinato, ai familiari, agli oggetti) soffermandosi spesso su aspetti marginali, che però rivelano informazioni importanti sull’ambiente circostante.
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Essere donna nel barrio
Esperanza osserva e descrive un’umanità variopinta e vivace inserita in un contesto sociale difficile, soprattutto per le donne. La vita nel barrio per molte di loro è infelice e faticosa. E lei, che non vuole diventare come quelle che “appoggiano la propria tristezza su un gomito”, si rifugia nella scrittura e nei libri.
Nel breve arco temporale della narrazione Esperanza entra nella pubertà e fa delle esperienze che la avvicinano all’età adulta. Si rende presto conto della disparità tra uomini e donne e del carattere predatorio dei primi nei confronti delle seconde.
La casa sognata
Nonostante la casa di Mango Street sia migliore di quelle avute in precedenza, Esperanza se ne vergogna. È piccola, malandata e inserita in un quartiere povero e densamente popolato nel quale si sente un’estranea. Abitare a Mango Street definisce la sua identità agli occhi delle persone che non vivono nel quartiere.
Il sogno di una casa diversa altrove acquista via via contorni più precisi. Essa rappresenta la possibilità di autodeterminarsi e ridefinire la propria identità. Con il tempo diventa anche un rifugio, una stanza tutta per sé.
Mica un appartamento. Di sicuro non un appartamento sul retro. Non la casa di un uomo. Non voglio fare la mantenuta. Ma una casa tutta mia. Con il portico, un cuscino su cui riposare e le mie preziose petunie color porpora. I miei libri e i miei racconti. Il mio paio di scarpe pronte accanto al letto. Nessuno contro cui agitare il bastone. Nessuno a cui star dietro e rimettere a posto le sue cose.
— La casa di Mango Street, Sandra Cisneros
Solo una casa silenziosa come la neve, uno spazio in cui rifugiarmi, pulito come prima di scriverci una poesia.
Il racconto di una comunità
Sebbene Esperanza Cordero e Sandra Cisneros abbiano molto in comune, La casa di Mango Street non è un racconto autobiografico, è il racconto di una comunità che per molto tempo non ha avuto una voce nella letteratura americana. Cisneros è riuscita a calarsi nei panni di una dodicenne e a raccontare anche i lati problematici del barrio con il suo candore, la sua acutezza e una scrittura a tratti poetica.
Per anni il libro è stato letto nelle scuole statunitensi, entrando nel cuore di tanti lettori e lettrici che lo hanno incontrato. Da qualche tempo, però, in alcune scuole e biblioteche americane è fra i libri contestati o censurati. La ragione? Quella fornita di solito riguarda i temi sociali affrontati nel testo, ritenuti non adatti a una certa fascia d’età2.
Il libro La casa di Mango Street è comparso anche nell’erbario letterario della mia newsletter, che si chiama Altrove ed esce ogni mese. Scopri l’albero protagonista del numero 5 (gennaio 2025)
La vera casa di Mango Street e il barrio
Da amante dei pellegrinaggi letterari indovina cosa mi sono chiesta leggendo il libro? Forse hai già capito: ma la casa “piccola, rossa, con una scala stretta davanti e le finestre così piccole che sembrano trattenere il fiato” esiste davvero? La riposta l’ho trovata sul sito web Chicago Literary All of Fame.
L’iconico edificio di Mango Street è ispirato a quello dove Cisneros si era trasferita con la famiglia nel 1965. Si trovava a Chicago, al 1525 di North Campbell Avenue, e nel 2004 è stato demolito. L’abitazione che ha preso il suo posto pare gli somigli.
Il barrio invece è un patchwork dei vari posti in cui l’autrice ha vissuto durante l’infanzia e l’adolescenza. In un’intervista a Martha Satz ha dichiarato quanto lo trovasse terrificante per una donna3:
I have lived in the barrio, but I discovered later on in looking at works by my contemporaries that they write about the barrio as a colorful, Sesame Street-like, funky neighborhood. To me, the barrio was a repressive community. I found it frightening and very terrifying for a woman. The future for women in the barrio is not a wonderful one. You don’t wander around these ‘mean streets.’ You stay at home. If you have to get somewhere, you take your life into your hands. So I wanted to counter those colorful viewpoints, which I’m sure are true to an extent but were not true for me.4
L’autrice
Sandra Cisneros è nata a Chicago nel 1954. Ha scritto romanzi, saggi, racconti, poesie e libri per l’infanzia, ottenendo numerosi riconoscimenti. Ha studiato prima alla Loyola University di Chicago e poi presso l’Iowa Writers’ Workshop. Ha lavorato nell’ambito dell’educazione come insegnante, counselor e assistente amministrativa.
L’anno scorso La casa di Mango Street ha compiuto quarant’anni e per l’occasione l’autrice è stata intervistata da Rachel Martin al Library of Congress National Book Festival. Ho ascoltato diverse interviste di Cisneros e ogni volta è un piacere starla a sentire. È sfavillante nell’umanità e nel calore che emana. Ti lascio il video dell’evento qui sotto.
- Persone di origine messicana residenti negli Stati Uniti[↩]
- Sul libro di Cisneros e il tema della censura puoi approfondire con due articoli tratti dal blog This book is banned: The House on Mango Street: A bridge of unity e Book Bans: a case study in how to push back. Sul sito Every Library Institute trovi la lista aggiornata dei libri censurati o contestati. Su Internazionale ho letto la storia della paladina della crociata contro i libri e su Il Post un articolo di qualche anno fa sui libri proibiti nelle scuole americane.[↩]
- Fonte: https://www.enotes.com/topics/sandra-cisneros/criticism/cisneros-sandra-79454/criticism/sandra-cisneros-with-martha-satz-interview-date[↩]
- Traduzione mia: “Ho vissuto nel barrio, ma ho scoperto in seguito, guardando le opere dei miei contemporanei che loro scrivono del barrio come di un quartiere colorato, simile a Sesame Street, divertente. Per me il barrio era una comunità repressiva. Lo trovavo spaventoso e molto terrificante per una donna. Il futuro delle donne nel barrio non è meraviglioso. Non si va in giro per queste “strade malfamate”. Si sta a casa. Se devi andare da qualche parte, prendi in mano la tua vita. Volevo quindi contraddire questi punti di vista coloriti, che sono sicura siano veri fino a un certo punto, ma che non lo erano per me”.[↩]