Un libro complesso e denso di spunti di riflessione. Il mio primo approccio a una grande autrice.

Eccomi qui a raccogliere e legare tra loro le impressioni scaturite dalla lettura di Trama d’infanzia (Kindheitsmuster), un libro di Christa Wolf pubblicato nel 1976. In Italia le opere della scrittrice tedesca sono tradotte da Anita Raja per Edizioni e/o. La copia che ho io è del 2015.

Nell’estate del 1971 una donna tedesca di 42 anni intraprende un viaggio in Polonia, nella città natale L., poi ribattezzata G., insieme al fratello Lutz, alla figlia sedicenne Lenka e al marito H. Rivedendo i luoghi della propria infanzia, ricorda: sono anni bui per la Germania e per il mondo intero. Il nazismo e la guerra si rivelano attraverso la quotidianità di Nelly Jordan, bambina e poi adolescente durante il Terzo Reich.

La sua storia potrebbe essere quella di qualsiasi altro tedesco nato alla fine degli anni ’20 del secolo scorso. I personaggi e gli episodi sono inventati. Nonostante questo il parallelismo tra la vicenda narrata e la biografia di Christa Wolf è evidente. Anche la scrittrice apparteneva alla generazione di tedeschi cresciuta durante il nazismo; e, come Nelly, nel 1945 a causa dell’avanzata russa fu costretta a fuggire con la famiglia dalla città natia Landsberg an der Warthe, che oggi è parte della Polonia ed è chiamata Gorzów Wielkopolski.

La narrazione non è lineare, saltella di continuo fra l’infanzia e l’adolescenza di Nelly (1933-1949), l’estate del 1971 e gli anni in cui Wolf scrive il libro, tra il 1972 e il 1976. Periodi distanti nel tempo, ma legati fra loro.

Oggi — è il 31 agosto 1974 —, trentacinquesimo anniversario del giorno in cui il Fuhrer diede l’ordine che provocò la seconda guerra mondiale […].
Benché le fazioni nemiche in Medio Oriente continuino ad armarsi; decine di migliaia di persone a Cipro soffrano per le conseguenze di uno di questi «conflitti limitati» che sono venuti di moda (tra cui quella vecchia donna greca che hai visto piangere in televisione e che ti ha ricordato come pianse tua nonna); benché in Vietnam si combatta, in Cile si torturi: le maggiori sciagure di questa giornata sono il disastro ferroviario alla stazione di Zagabria e l’alluvione nel Bangladesh.
Il giorno odierno è, come qualsiasi giorno, anche il vertice di un triangolo temporale, i cui due lati conducono ad altre due — a molte altre — date: 31 agosto 1939. Dalla mattina presto si risponde al fuoco. 29 gennaio 1945: una ragazza, Nelly […] viene trascinata sul camion per lasciare i luoghi dell’infanzia così profondamente ancorati nella poesia tedesca e nell’anima tedesca.

C’è anche il confronto tra due generazioni, di cui Nelly e Lenka (Annette, figlia di Christa) sono le rappresentanti. Lenka appartiene a quella che vive le guerre della sua epoca indirettamente, attraverso i media.

Il lavoro di scavo è difficile e l’io, il tu e il lei “che nel pensiero nuotano intrecciati, nella frase pronunciata devono farsi estranei l’uno all’altro”. Così la voce narrante racconta Nelly in terza persona, dialogando con lei, e dà del tu alla donna adulta. Solo alla fine del libro, il lei e il tu si ricongiungono all’io.

Trama d’infanzia è un romanzo complesso, denso di spunti di riflessione, un vero e proprio viaggio nell’anima del popolo tedesco e, in generale, dell’uomo. Il tema della memoria è centrale. La paura, la cecità, la fede (nel nazismo), la necessità e la difficoltà di ricordare, le contraddizioni di un popolo: Wolf va dritta al cuore delle cose senza pietà, nemmeno per Nelly. Sono incessanti le domande rivolte a se stessa e al lettore. Le parole sono taglienti e precise come bisturi, adatte a vivisezionare la coscienza individuale e collettiva.

Ipnotizzata dall’andirivieni temporale, dalla forza delle parole, dalle domande e da una quotidianità ricostruita nei minimi particolari sono arrivata alla fine delle cinquecento pagine consapevole di aver letto un gran bel libro.

L’autrice

Christa Wolf, nata nel 1929 a Landsberg an der Warthe, oggi in Polonia, si affermò come scrittrice nel 1963. Studiò a Jena e in Magdeburgo e sposò lo scrittore Gerhard Wolf. Sostenitrice del partito socialista, a cui si era iscritta nel 1949, fu una delle autrici più importanti della GDR (Deutsche Demokratische Republik). In seguito assunse una posizione molto critica nei confronti del regime comunista. Oltre a Trama d’infanzia, ricordiamo: Il cielo diviso (1963), Riflessioni su Christa T. (1968), Cassandra (1983), Medea.Voci (1996) e La città degli angeli (2011). Wolf è morta nel 2011, all’età di 82 anni, ed è sepolta a Berlino, nel Dorotheenstädtische Friedhof. Ti lascio con il discorso tenuto da Wolf ad Alexanderplatz, cinque giorni prima della caduta del muro di Berlino.

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