Vivevo a Berlino giĆ da qualche mese quando ho visitato Bebelplatz per la prima volta. Situata nelĀ quartiere Mitte, cuore della cittĆ , e affacciata sullāUnter den Linden ā il lungo viale che va dalla Porta di Brandeburgo allāisola dei musei ā, ĆØ ormai una tappa obbligata per chi viene a trovarmi in cittĆ .
A Bebelplatz la sera del 10 maggio 1933Ā furono dati alle fiamme oltre 20.000 libri.Ā In ricordo del rogo cāĆØ un memoriale sotterraneo realizzato nel 1995 dallāartista israeliano Micha Ullman.

Credit: Lettureinviaggio | Bebelplatz, “The library” di Micha Ullman
Per vederlo bisogna avvicinarsi al centro della piazza e cercare una lastra trasparente inserita nella pavimentazione.Ā The library ā questo il nome dellāopera ā Ā ĆØ una piccola biblioteca bianca, vuota, eloquente; un corpo senzāanima.
Il āritualeā di Bebelplatz
Più di un secolo prima, nel 1823, il poeta tedesco Heinrich Heine aveva scritto nella tragedia Almansor contenuta in Tragödien nebst einem lyrischen:
Dove si bruciano libri, si finisce col bruciare anche gli uomini (Heinrich Heine) Condividi il TweetNon era statoĀ Goebbels, ministro della propaganda, a ordinare il rogo; l’idea fu diĀ un gruppo di studenti appartenenti alla Deutsche Studentenschaft.Ā Al gerarca nazista, però, ilĀ rituale piacque e decise di dargli man forte. Quella stessa sera si recò a Bebelplatz per un breve discorso alla folla nel quale rimarcò quanto grande e simbolico fosse ciò che stava accadendo.
Il giornalista Louis P. Lochner ā allāepoca corrispondente a Berlino dellāAssociated Press ā raccontò che il rogo fu accompagnato da danze e Feuersprüche, versi recitati attorno al fuoco, 9 strofe che suonavano più o meno cosƬ:
āContro la lotta di classe e il materialismo.
Per il popolo e per una concezione idealistica.
Marx, Kautsky
Contro la decadenza morale.
Per la disciplina e la moralitĆ nella famiglia e nello stato.
H. Mann, Ernst Glaeser, E. KƤstnerĀ […]ā
Il rogo di Bebelplatz non fu lāunico nella primavera del ’33. E nei successivi dodici anni ā scriveĀ Matthew Battles in Library. An unquiet history āĀ cento milioni di libri accompagnarono sei milioni di persone tra le fiamme dell’Olocausto.
If the nineteenth century was about the building of libraries, the twentieth was about their destruction. Matthew Battles - Library. An unquiet history
I nazisti confiscavano oĀ bruciavano i libriĀ e allo stesso tempoĀ fondavano biblioteche (potete immaginare che tipo di opere contenessero e quale fosse lo scopo).
Sembra che HitlerĀ avesse una biblioteca di circa 16.000 volumi, la cuiĀ sorte non ĆØ certa. Secondo una leggenda metropolitana sarebbeĀ finita in Russia dopo la morte del fuhrer; Andrea Kerbaker, ne Lo scaffale infinito, racconta di āun consistente corpus di 10.000 volumi, portati lƬ nel 1945, spariti per mezzo secolo, ricomparsi come per magia allāinizio dellāepoca Gorbaciov, nel 1990, e di nuovo scomparsiā.
Un grandioso progetto mai terminato
Originariamente Bebelplatz era chiamata Kaiser Franz Josef Platz, in seguito conosciuta come OpernplatzĀ per via del palazzo dellāOpera sorto sul lato est della piazza. Il nome attuale risale al 1947, quando fu dedicata ad August Bebel, cofondatore del Partito Socialdemocratico tedesco.
Bebelplatz era parte di un grandioso progetto architettonico, almeno sulla carta. Federico II di Hohenzollern ā conosciuto come Federico il Grande, re di Prussia dal 1740 al 1786 ā voleva farne il punto focale del Forum Fridericianum, un centro culturale ispirato allāantica Roma. Le cose, però, andarono diversamente. Gli sforzi economici sostenuti in campo bellico prosciugarono le casse statali. CosƬ, senza denaro, il progetto venne interrotto.

Credit: Lettureinviaggio | Bebelplatz: Humboldt UniversitƤt
Gli unici edifici eretti fino a quel momento erano la St-Hedwigs- Kathedrale ā la cattedrale di Santa Edvige, il principale luogo di culto cattolico cittadino ā, la Alte Kƶnigliche Bibliothek (Biblioteca Reale) ā parte dellāUniversitĆ Humboldt dal 1914 ā, la Staatsoper Unter den Linden ā lāOpera reale, eretta tra ilĀ 1741 e il 1742 ā e un palazzo per il fratello del re, anchāesso parte dellāuniversitĆ . Edifici che ancora oggi fanno di Bebelplatz una delle più belle piazze berlinesi.
IlĀ lato di Bebelplatz opposto all’UniversitĆ Humboldt al momento ospita un cantiere, quindi la vista non ĆØ delle migliori. C’era giĆ due anni fa quando mi sono trasferita e credo resterĆ lƬ per un bel po’.
Nelle giornate di sole ĆØ difficile vedere bene lāinterno del memoriale a causa del riflesso della luce sulla lastra trasparente. Il momento più adatto per visitarlo e fotografarlo ĆØ, secondo me, il tardo pomeriggio/sera, perché lāopera ĆØ illuminata dallāinterno.
Vado spesso a Bebelplatz da sola. E ogni volta ĆØ come se fosse la prima: osservo la biblioteca vuota in silenzio, per qualche minuto, in bilico tra rassegnazione e speranza. A Berlino ogni giorno ĆØ il 27 gennaio.
Io la mia l’ho detta. Ora tocca a voi. Siete stati a Bebelplatz? Se sƬ, cosa ne pensate di The Library e che effetto vi ha fatto vederlo? Quali libri sull’argomento vi passano per la testa?
Ah, dimenticavo: i roghi di libri in tedesco si chiamano Bücherverbrennungen. Così, giusto per la cronaca.
Post scritto sotto l’influsso di “Lateralus”, Tool
Mi sa che questa piazza m’ĆØ sfuggita quando sono stato a Berlino qualche anno fa, cittĆ che comunque, mi dispiace dirtelo, non m’ĆØ piaciuta per niente š
Uno dei libri bruciati fu “Fratelli di sangue” di Ernst Haffner, ambientato proprio nella Berlino anni ’30, da tempo nella lista su Amazon (ce l’ho messo proprio per quel motivo e perchĆ© mi piacciono le storie ambientate in quegli anni).
PS: credo sia la mia email ad avere problemi. Non ho ricevuto il post e nemmeno le notifiche ai commenti. Mi sono iscritto alla newsletter e ai commenti con la gmail e infatti m’ĆØ arrivata la conferma.
Berlino non piace a molti. Mio fratello venne a trovarmi l’anno scorso e disse la stessa cosa. Anch’io non la trovo bella e non ĆØ il tipo di cittĆ che avrei scelto se fosse dipeso solo da me (tra l’altro le grandi cittĆ non le preferisco di solito). Però c’ĆØ un però. Secondo me, per apprezzare Berlino ci devi vivere. Al primo posto metto il verde: Berlino ĆØ una cittĆ verde che più verde non si può. In una cittĆ non cosƬ verde sarei appassita giĆ da un pezzo. Poi viene la cultura. Infine l’atmosfera creativa e frizzante; la libertĆ di essere ciò che sei senza che nessuno ti giudichi; la leggerezza. Poi ora che la sto scoprendo attraverso la letteratura mi sta piacendo ancora di più. Non ĆØ una cittĆ bella, ma ha fascino š
Quel libro di cui parli non lo conoscevo e dato che ĆØ ambientato a Berlino devo assolutamente metterlo in lista anch’io.
Riguardo alla newsletter, credo che cambierò plugin anche perché funziona male nel backend. :/
Buon fine settimana Daniele š
Ho notato che Berlino è una di quelle città che o ci si innamora follemente oppure la si odia. Può non piacere ma credo che quando si incomincia a conoscerla, la si può apprezzare al massimo!
SƬ, ĆØ vero Katia. Non ĆØ una cittĆ facile. La bellezza qui non ĆØ proprio sotto gli occhi costantemente come in altri luoghi; bisogna un po’ andarsela a cercare e/o saperla riconoscere. Credo che tu ci sia riuscita e ne sono molto felice, perchĆ© piano piano mi ci sto affezionando nonostante la “fatica”. š